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8di Jessica Pezzetta Savogin - Video e Foto
Our Voice, Paola Regeni, Giuseppe Lombardo e Giorgio Bongiovanni ci travolgono con forza e desiderio di mutamento

Stupore! Meraviglia! Finalmente ci siamo: un anno di preparativi, frutto dell’iniziativa di quattro semplici cittadini, e dall’impegno immenso di alcuni ragazzi che hanno lavorato sodo per arrivare ad oggi, supportati dai loro genitori e amici. Le ultime notti le passiamo insonni, agitati: arrivano da lontano, sono tanti, alcuni sono molto piccoli, l’organizzazione è difficile, le persone da mettere d’accordo sono molte. Ma ora siamo qui, insieme, e per questo dobbiamo sicuramente ringraziare la loro responsabile, Mara Testasecca, che con la sua determinazione ha permesso il concretizzarsi di quello che per noi era un sogno. L’emozione è fortissima mentre la tensione si stempera. Una grande energia emana da questi ragazzi, che permea tutto, il pubblico si lascia coinvolgere, partecipa a questo eccezionale spettacolo che in alternanza ci fa ricordare, ci fa piangere, poi ridere e, ancora, ballare e poi nuovamente piangere, applaudire e riflettere. I bimbi più piccoli inteneriscono per la bravura e la preparazione insolite per la loro età, mentre i ragazzi ci travolgono con il forte carisma che li caratterizza. Questo gruppo teatrale, Our Voice, è composto da bambini e ragazzi di età compresa tra i sette e i diciannove anni e provenienti da diverse città italiane. Nato nelle Marche e sostenuto dalla Onlus Funima International e dall’Associazione Culturale Falcone e Borsellino (la stessa che edita la rivista ANTIMAFIA Duemila), da oltre tre anni è impegnato nell’attività di divulgazione dei valori della giustizia, della legalità, dell’uguaglianza e dell’importanza fondamentale della lotta alla mafia, portando in scena uno spettacolo imponente, maestoso, che non ti aspetti, e che, attraverso la recitazione di scene veramente vissute dai martiri della giustizia, dai magistrati e le loro scorte ai giornalisti, dagli esponenti delle forze dell’ordine ai sacerdoti, riescono a trasmettere il loro messaggio parlando direttamente al cuore degli spettatori che inevitabilmente vengono coinvolti. E’ la mattina del 2 dicembre e lo spettacolo è rivolto agli studenti delle scuole medie di Cormons (GO) e Fiumicello (UD): irrompe nel teatro di Cormons, gli studenti restano in silenzio, ascoltano, poi si fanno trascinare dal ritmo irrefrenabile di questi ragazzi che cantano, ballano, recitano, facendo ballare e gridare di entusiasmo anche il pubblico che li sostiene e li incita. L’arte uccide la mafia è il titolo della rappresentazione, dedicata a Giulio Regeni, poiché solo con l’entusiasmo per la cultura, la conoscenza, la legalità, la tolleranza, si può sconfiggere il crimine. In sala sono presenti anche gli insegnanti, ai quali una delle bimbe più piccole lancia un grido accorato: <<Invece di sgridare gli alunni perché non imparano, fateci entusiasmare ad ogni storia, alla matematica, ad ogni regola grammaticale, a tutta la cultura. Trovate il modo per farlo, perché la cultura è alla base di tutto per formare le future generazioni!>>. Il bellissimo mondo in cui viviamo soffre di terribili mali, come ci ricordano i giovani di Our Voice, e c’è bisogno di un cambiamento radicale, consapevole, di questa società. I giovani vanno guidati da adulti coscienti.
Nel primo pomeriggio, sulla scia di queste emozioni, ci trasferiamo insieme a loro a Fiumicello, dove ci attende l’Assessore alla Cultura Bruno Lasca (presente anche al teatro di Cormons la mattina stessa), insieme al Primo Cittadino del Governo dei Giovani ed i suoi Consiglieri e alla signora Paola Regeni, mamma di Giulio. L’incontro tra questi ragazzi straordinari, che avviene nel piazzale delle scuole, intitolato a Falcone e Borsellino, e all’adiacente parco dedicato a Giulio Regeni, toglie agli adulti presenti le parole, tanto è forte la sintonia che percepiamo tra loro per i valori di giustizia, di pace e di fratellanza che incarnano, valori di cui ci parla la signora Paola, che li conosce bene, poiché suo figlio, a suo tempo anch’egli Primo Cittadino del Governo dei Giovani di questo paese, ne è drammaticamente divenuto un simbolo. Una donna dalla forza straordinaria, che guarda avanti, che continua a guidare i giovani, un esempio per tutti noi di una volontà ferrea di non mollare mai! E’ ancora commozione e stupore. Ne siamo veramente onorati!



Rientriamo a Cormons ancora increduli per questo incontro così forte, che lascerà certamente un segno profondo e prezioso dentro ciascuno di noi. La sera il teatro aspetta nuovamente Our Voice. Un momento, per noi, che serve a meglio comprendere alcune scene e quindi ad apprezzarne ulteriormente il lavoro.
Il mattino seguente il teatro di Cormons li attende ancora, stavolta con i ragazzi di alcune scuole superiori della provincia di Gorizia. A seguire l’intervento del dottor Giuseppe Lombardo, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, e del giornalista Giorgio Bongiovanni, direttore della rivista ANTIMAFIA Duemila (sarebbe dovuto essere presente anche il dottor Antonino Di Matteo, che, purtroppo, per motivi di sicurezza, non ha potuto raggiungerci. Nino Di Matteo, infatti, è stato condannato a morte da Cosa Nostra a causa del processo sulla trattativa Stato-mafia e le misure di sicurezza non hanno permesso la sua partecipazione). Anche ora le emozioni si susseguono grazie alle spiegazioni fornite dai due relatori che apportano una grande ed importantissima quantità di informazioni sul tema mafia. Ciò che dei loro discorsi certamente stupisce i ragazzi che li ascoltano, è l’apprendere che <<la mafia è un fenomeno gravissimo che si annida anche dentro alle Istituzioni. La mafia non sarebbe mafia se non avesse alleanze con la politica. Spesso sono coinvolti personaggi di alto livello. La mafia cerca chi ha nelle mani la gestione del Governo per corromperlo e, spesso, ci riesce. Quando i veri servitori dello Stato si oppongono alla criminalità organizzata, ecco che accade la tragedia, le stragi: prima avete ascoltato i ragazzi di Our Voice che ci hanno raccontato di Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, stragi per le quali ancora oggi non è stata fatta del tutto giustizia e per le quali i magistrati stanno ancora lavorando per trovarla. La mafia è un fenomeno gravissimo. Se non ci opponiamo con tutto noi stessi ad esso il vostro futuro è compromesso.>>, spiega Giorgio Bongiovanni. Non può trattarsi di una battaglia condotta dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, <<la mafia è un fenomeno che va combattuto con la cultura, con l’arte, con lo studio e quindi giovani e adulti dobbiamo unirci in questa guerra>>. Nel presentare il Dottor Lombardo, il direttore di ANTIMAFIA Duemila ci racconta che il magistrato <<persegue i boss della ‘Ndrangheta che oggi è l’organizzazione criminale più potente e più pericolosa a livello mondiale: ha cellule ed è radicata in molti Paesi del mondo, dagli Stati Uniti al Sud America, dall’Australia all’Europa e, soprattutto, in Italia. La Calabria è la regione potenzialmente più ricca del mondo grazie ai soldi che la mafia calabrese vi immette a discapito dei cittadini. Si tratta di decine e decine di miliardi di euro>>. Giuseppe Lombardo, come altri suoi colleghi, è minacciato di morte poiché dà fastidio non solo alla criminalità organizzata, ma anche e soprattutto, ai collegamenti, alle alleanze che la ‘Ndrangheta in questo momento ha agli alti livelli del nostro Paese.


Il suo discorso riprende quello di Giorgio Bongiovanni: <<La ‘Ndrangheta non è da oggi l’organizzazione più pericolosa e potente: essa ha utilizzato, nel corso della sua lunghissima storia, una serie di accorgimenti che anche Cosa Nostra e le altre mafie in alcuni periodi hanno dimenticato. Abbiamo tracce processuali di una ‘Ndrangheta molto forte già intorno al 1950, quindi nell’immediato Dopoguerra. Attraverso un percorso di espansione finalizzato a conquistare non solo nuovi spazi e nuovi mercati, ma a farlo anche in ambienti apparentemente distanti dalle mafie i quali, in realtà, sono purtroppo il terreno più fertile per esse, soprattutto nel nuovo millennio. Oggi la ‘Ndrangheta gestisce, e si tratta di una stima enormemente in difetto, il 70% del giro d’affari delle mafie nel nostro Paese. Quest’ultimo oscilla tra i 145 ed i 148 miliardi di euro. Siamo intorno ai 100 miliardi di euro gestiti dalla ‘Ndrangheta che è la mafia originaria di quella è la regione più povera d’Italia>> e questo perché <<il mercato delle mafie non è un mercato locale: è globale. Reggio Calabria è la capitale della ‘Ndrangheta nel mondo, dove in una realtà economica molto fragile, si decide dove muovere enormi capitali nel mondo, e, quindi, un ufficio giudiziario che vi ha sede è l’ufficio guida nel contrasto alla ‘Ndrangheta nel mondo>>. Lombardo prosegue spiegando che <<quando si parla di contrasto alle mafie bisogna tener conto che sono enormemente organizzate, e noi, rispetto a loro, siamo disorganizzati ed il primo che evidenziò questo dato è stato Giovanni Falcone, il quale aveva capito che il sistema criminale delle mafie era un sistema enormemente più vasto delle mafie locali e, soprattutto, non si muoveva in maniera disorganizzata, disgiunta, o poco armonica, ma era frutto di decisioni pianificate che trasformavano anche quelle organizzazioni di base, a volte anche particolarmente arcaiche nella loro struttura, in una serie di componenti di un mondo molto più ampio e pericoloso. Questo è il punto di partenza di una lunga riflessione che nella nostra legislazione antimafia introduce quello che era il sogno di Falcone e cioè la Procura Nazionale Antimafia, la quale doveva contrapporre, sul fronte del contrasto giudiziario, un organo centrale con competenze nazionali e internazionali a quella rete enorme che erano i sistemi criminali di tipo mafioso>>. Un passaggio indispensabile poiché <<avevamo già la certezza che ‘Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita, e altre manifestazioni locali di tipici fenomeni mafiosi fossero un’unica grande struttura>>. La mafia non è un fenomeno provinciale o, al massimo, regionale, come purtroppo ancora oggi molti ritengono, e non è neanche nazionale. <<E’ un tutt’uno, poiché queste mafie si muovono in modo coordinato, organizzato. E’ un fenomeno mondiale!>> Ai suoi vertici, come spiegano i collaboratori di giustizia, si trovano <<personaggi invisibili>>, che conoscono l’alta finanza, molto lontani dal mondo dei picciotti e dal braccio armato di cui normalmente sentiamo parlare. Si tratta di figure che rendono la mafia un fenomeno indispensabile al sistema economico mondiale e che, per questo, sono in grado di influenzare la vita di ciascuno di noi. Ognuno, tuttavia, può fare qualcosa. E, per quanto riguarda i giovani, il dottor Lombardo spiega che loro hanno un vantaggio rispetto agli adulti: la capacità di comprendere immediatamente quando qualcosa non funziona. <<Questa sensibilità utilizzatela per approfondire quel qualcosa che non vi convince. Quando qualcosa non risponde alla logica di base, innata, che ognuno di noi porta con sé, lì c’è mafia, poiché la mafia volutamente inceppa i meccanismi ordinari>>. In questo modo <<interviene per risolvere il problema e nel momento in cui è intervenuta perché qualcuno si è rivolto a quel circuito per risolvere il problema, la mafia ha vinto. Ciò che dobbiamo fare è <<essere consapevoli ed essere in grado di dire “no!”>>. Inoltre, bisogna considerare che nelle Istituzioni, tra le forze dell’ordine, la magistratura, <<c’è una parte sana che bisogna riconoscere diventandone interlocutori, senza mai commettere un errore irreparabile, cioè quello di rivolgersi anche solo una volta alla parte malata, perché è una strada senza ritorno. Quando non avete la certezza che il vostro interlocutore sia espressione della parte sana, fermatevi e cercate di conservare un sentimento fondamentale: le Istituzioni di questo Paese non sono mafiose. Questo è uno Stato che fa delle scelte sbagliate, che spesso non riesce a capire quali siano le priorità reali, ma non possiamo assolutamente far passare l’idea che questo sia uno Stato mafioso, altrimenti adesso ce ne andiamo altrove e non lo possiamo permettere, per noi stessi e per chi, tra qualche anno, verrà dopo di noi>>.
<<Abbiate discernimento>>, conclude Giorgio, esso <<è la virtù che permette di essere sempre liberi, ma liberi davvero>>.
Nel pomeriggio la conferenza tenuta da Giorgio Bongiovanni e Giuseppe Lombardo viene ripetuta per il pubblico adulto, in conclusione della quale il direttore di ANTIMAFIA Duemila pone in evidenza l’importanza di conoscere la verità su ciò che sta accadendo nel nostro Paese, il quale <<è ancora sano, però c’è il rischio che personaggi potenti, mafiosi, possano conquistarlo definitivamente e questo lo dobbiamo evitare>> con delle semplici mosse: <<ci saranno delle elezioni in futuro e noi cittadini dobbiamo - alla luce dei fatti di cui veniamo a conoscenza soprattutto dai magistrati, come il dottore Lombardo, Di Matteo e altri, quindi di verità dimostrate anche processualmente - chiedere con forza, anche arrabbiandoci, a chi voglia governare il nostro Paese, indifferentemente se sia di destra o di sinistra, di porre nell’agenda politica del futuro Governo che vuole rappresentare la lotta alla mafia. Se non viene inserito questo nei primi cinque punti di quell’agenda, potete già capire da che parte sta. Quindi bisogna chiederne conto>>. Pertanto, per salvaguardare questo nostro Stato, dobbiamo assicurarci che la lotta alla mafia venga posta nei primi punti dell’agenda politica.
Ancora una volta il pubblico è positivamente e profondamente colpito dalle parole di questi due relatori, certamente tra le persone più accreditate nel panorama della lotta alla mafia, in grado pertanto di fornire anche delle linee guida per le nostre prossime scelte, anche in tema di politica, ambito solitamente e volutamente piuttosto confuso.
Cormonslibri, rassegna che da undici anni si tiene a Cormons, organizzata dal presidente di Cultura Globale, Renzo Furlano, che ringraziamo vivamente per la disponibilità dimostrata nell’ascoltarci e che quest’anno ha permesso di attuare questa nostra proposta nell’ambito delle giornate dedicate alla legalità, di concerto con il Comune di Fiumicello, si intitola proprio STUPORE - Mito, mutamento, meraviglia. Dobbiamo liberarci dalla cultura mafiosa e soprattutto liberare le nuove generazioni, perché questo tipo di cultura sporca la nostra società e, di conseguenza, il mondo in cui viviamo, che ne risulta pertanto compromesso. Compromesso è il nostro futuro. Liberiamoci dalle connivenze, dal consenso dato a volte forse solo per pigrizia, pigrizia nel pensare, dalla contiguità al sistema criminale, dall’illegalità, dalla paura del ricatto, dal silenzio assenso, dal compromesso, appunto. Cambiamo questo modello di pensiero errato che porta ad azioni sbagliate. Mutiamo. E stupiamoci di quanto meraviglioso possa essere il mutamento.

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