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targetOperazione “Target” fa luce su richieste estorsive
di AMDuemila
Arrestate sedici persone considerate affiliate al clan Mazzei, inserito in Cosa Nostra e legato a doppio filo alla cosca dei Corleonesi. L’operazione, denominata “Target”, è stata condotta dalla squadra mobile della Questura di Catania, che ritiene di avere smantellato i vertici della cosca, compreso quello che è considerato l'attuale reggente, “Nuccio" Sebastiano Mazzei, figlio del capomafia Santo attualmente in carcere. L’indagine è stata condotta dalla squadra mobile dal febbraio al luglio del 2015.
Uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, emessi dalla Procura della Repubblica di Catania, è riuscito a sfuggire all'arresto. I soggetti fermati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza e minaccia, favoreggiamento personale e reati in materia di falso, con l'aggravante di avere commesso i fatti avvalendosi della modalità mafiosa e per agevolare l'attività del clan, furto e ricettazione.
Sebastiano Mazzei è stato arrestato il 10 aprile 2015 e vanta una lunga militanza tra le fila dell'organizzazione mafiosa in quanto il padre divenne uomo d'onore su decisione del boss corleonese Leoluca Bagarella. Nell'ambito della stessa indagine il 10 maggio 2015 è stato arrestato anche Rosario Seminara dopo che in casa sono state trovate armi clandestine da guerra e munizioni.
A Gioacchina Fiducia è stato contestato il concorso esterno in associazione mafiosa in quanto avrebbe agevolato la latitanza di Sebastiano Mazzei: durante la stipula del contratto con il quale era stata concessa in locazione la villetta di Ragalna dove fu catturato Mazzei era stato esibito il documento di identità a lei intestato sul quale era stata apposta la fotografia della moglie del latitante. Fiducia per questo deve anche rispondere di reati in materia di falso.
Le investigazioni hanno permesso di delineare gli assetti all'interno dell’organizzazione mafiosa prima e dopo la cattura di Sebastiano Mazzei, evidenziando che ruoli di primo piano, oltre all'indiscussa leadership di "Nuccio" Mazzei, erano stati ricoperti da Maurizio Giovanni Motta e Carmelo Occhione. L'inchiesta ha inoltre consentito di attestare la piena operatività della cosca, nello specifico della squadra cosiddetta del "Traforo" che al pari di quella di "Lineri” si dedicava ad attività estorsive ed alla commissione di reati contro il patrimonio.
E’ stata poi fatta luce su due furti ai danni di attività commerciali a Siracusa ed Augusta: il primo a un ottico il 26 marzo 2015 da cui furono asportati 4.812 paia di occhiali, in parte ritrovati dagli investigatori; il secondo commesso il 19 giugno 2015 in un negozio di abbigliamento con il metodo della “spaccata", nel corso del quale sono stati presi numerosi capi di abbigliamento, in parte ritrovati dagli investigatori. Le indagini hanno permesso di chiarire anche le dinamiche di un’estorsione perpetrata con l'imposizione di un vero e proprio pizzo mensile, che si aggiungeva alla richiesta di estinzione del debito, in cambio della "protezione".

Gli arrestati
Giuseppe Barbagallo, di 40 anni; Domenico Coglitore, di 26; Carmelo Giusti, di 61; Gioacchina Fiducia, di 37; Salvatore Guglielmo, di 42; Maurizio Giovanni Motta, di 47, ai domiciliari per altra causa; Giuseppe Cardì, di 38, ai domiciliari per altra causa; Rosario Seminara, di 42, ugualmente ai domiciliari.
Provvedimenti restrittivi in carcere sono stati notificati a Sebastiano Mazzei, di 44 anni, Giuseppe D'Agostino, di 42, Carmelo Grasso, di 43, Carmelo Occhione, di 52.
Finiti ai domiciliari invece Vito Danilo Caputo, di 27 anni, Francesco Spampinato, di 29, Cesare Massimo Urzì, di 43.
Per Giulio Alfio Virgillito, di 24 anni, è stato disposto l'obbligo di firma due volte al giorno.
Gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Catania Bicocca e Piazza Lanza.

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