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pipitone nino la reppIl neo collaboratore Nino Pipitone era rinchiuso al 41 bis per omicidio
di AMDuemila
Nino Pipitone, capomafia di Carini, ha deciso di squarciare il velo dell’omertà e del silenzio e da qualche tempo sta riempiendo pagine e pagine di verbali davanti ai magistrati della Dda di Palermo. E dopo i pentimento di Giuseppe Tantillo, boss di Borgo Vecchio, a poche settimane di distanza arriva la notizia del pentimento di un appartenente ad una delle famiglie vicine ai cortonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Il neo collaboratore di giustizia era rinchiuso al carcere duro di Rebibbia condannato all’ergastolo. Pena che l’ex boss mafioso doveva scontare per aver partecipato all’omicidio di Giuseppe D'Angelo, un tranquillo pensionato la cui ‘colpa’ sarebbe stata quella di essere scambiato per il boss Bartolomeo Spatola vero destinatario dell’agguato.


Nei giorni scorsi la moglie di Pipitone è stata portata in località segreta dalle forze dell’ordine ma già a Carini la notizia del pentimento non è più un segreto e segna una forte spaccatura all’interno di una famiglia storica. Il figlio dalla parte della giustizia ed il padre, Angelo Antonino Pipitone patriarca del clan Carini arrestato l’ultima volta nel febbraio dello scorso anno assieme alla moglie Franca Pellerito e alle figlie Epifania e Grazziella (per le tre donne erano stati disposti gli arresti domiciliari, ndr).
Nino Pipitone prima del suo arresto vantava una lunga stagione di affari di mafia fatti sotto l'ala protettrice del boss di Tommaso Natale Salvatore Lo Piccolo. Ora con le sue dichiarazioni  potrebbe portare spunti investigativi utili su vari omicidi e affari dei Lo Piccolo.

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