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rebibbia casa cir maschileL'istanza era stata presentata per 44 tra boss e killer. Poi lo stop del ministro Orlando
di Aaron Pettinari
Un primo via libera al trasferimento temporaneo di 44 ergastolani per permettere loro la partecipazione al congresso del partito Radicale che i primi di settembre si sarebbe tenuto a Roma, presso il carcere di Rebibbia, era stato dato dai vertici del Dap. A confermarlo è ilfattoquotidiano.it che nei giorni scorsi ha pubblicato i contenuti di un documento di cinque pagine su carta intestata della Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dap, datate 11 agosto 2016 in cui si dà sostanzialmente l'ok alla richiesta dell'Associazione “Nessuno tocchi Caino”.
“Con riferimento al contenuto della nota GDAP-0268256-16 datata 8 agosto u.s. ed alle conversazioni telefoniche intercorse, attesa la rilevanza dell’iniziativa proposta dal presidente dell’Associazione Nessuno tocchi Caino - è scritto nella nota - si dispone il trasferimento provvisorio dei sotto elencati detenuti presso l’istituto penitenziario di Roma Rebibbia per consentire loro di partecipare al Congresso del Partito Radicale, che si terrà dall’1 al 3 settembre 2016 all’interno della predetta Casa Circondariale, sempreché venga confermata la volontà dei predetti di partecipare all’evento”.

Nomi di peso
L'istanza era stata presentata anche per la partecipazione di boss mafiosi, stragisti e killer. Tra questi il boss stragista Gioacchino Calabrò, il killer dei corleonesi Giuseppe Lucchese ed anche gli assassini del giudice Rosario Livatino.
Santi Consolo, capo del Dap, lo scorso 16 agosto aveva dichiarato proprio ai cronisti del Fatto Quotidiano che nulla ancora era stato confermato in quanto “stiamo ancora studiando la vicenda che non è così immediata da mettere in pratica: i detenuti andranno comunque in un carcere e non certo da uomini liberi”. In realtà, però, nel documento c'è un timbro ed una firma di “Visto” proprio dello stesso Consolo e la data è del giorno precedente. Per fortuna quell'ok non sarebbe mai diventato operativo tanto che, dopo la prima denuncia del quotidiano, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando si è subito detto “nettamente contrario” all'iniziativa, bloccando sul nascere ogni ipotesi di trasferimento. Consolo, contattato dal Fatto, non ha né doc dap detenuti radicaliconfermato né smentito di aver vistato l'ok al trasferimento dei boss ma ha anche annunciato di voler far aprire un'indagine penale sulla fuga di notizie. Secondo il capo del Dap poiché “quel trasferimento non è stato mai fatto” non vi sarebbero problemi o motivi di polemiche. Ma il fatto che i vertici del Dipartimento abbiano accettato un trasferimento, anche di poche ore, per criminali di tale levatura è come uno “schiaffo” istituzionale alle tante vittime di mafia che hanno sofferto a causa degli stessi.
“Dopo le stragi del 1993 ci sono voluti dieci anni, perchè documenti importanti uscissero dai cassetti, a riprova che negli anni che vanno dal 1992 al 1994 in questo Paese si è maneggiato per togliere il 41 bis ai mafiosi e questo ha inevitabilmente comportato stragi terroristiche eversive per alzare la posta in gioco da parte di 'cosa nostra' – ha ricordato Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione Familiari Strage dei Georgofili – Ora scopriamo possibile che un documento della Direzione Penitenziaria abbia autorizzato, il 15 di agosto scorso, un mafioso come Gioachino Calabrò ad essere trasferito da un carcere all'altro per partecipare ad un convegno politico. Calabrò è malatissimo e per questo non è più a 41 bis come ebbe a sentenziare il Tribunale di sorveglianza i Roma. Come poteva aver chiesto e soprattutto essere autorizzato a lasciare il carcere per essere trasferito? Quello denunciato in questi giorni è un documento che sconcerta. I messaggi arrivano come manna dal cielo ai boss di 'cosa nostra' e per loro 'rialzare' il tiro è veramente nulla visto che Matteo Messina Denaro il sanguinario è sempre libero”.

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