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toga web18di AMDuemila
Nuove minacce nei confronti dei magistrati siciliani impegnati in delicate inchieste su Cosa nostra e sulle sue ramificazioni. Questa volta nel mirino (è quanto si legge su Repubblica Palermo) ci sono Teresa Principato e Marcello Viola, rispettivamente procuratore aggiunto di Palermo e procuratore di Trapani (anche se a breve approderà a Firenze). La prima si occupa dell'indagine su Matteo Messina Denaro, l'ultimo superlatitante di Cosa nostra, mentre Viola, in attesa del trasferimento, prosegue nell'inchiesta sui rapporti tra mafia e massoneria.
A dare l'allarme è stato Giuseppe Tuzzolino, collaboratore di giustizia agrigentino e, prima ancora, architetto finito al centro di un'inchiesta giudiziaria del 2013, che avrebbe avuto un ruolo in un giro di concessioni edilizie nel comune di Palma di Montechiaro. Non da tutti i magistrati è però considerato attendibile, anche se attualmente gode di un programma provvisorio di protezione: avallano le sue dichiarazioni i pm palermitani concentrati sulla cattura di Messina Denaro e sulle indagini sulla mafia trapanese, orientamento condiviso anche dalla Procura di Trapani. Sulla sponda dei pm di Palermo che si occupano della mafia agrigentina, invece, viene ritenuto inattendibile.
L'allarme su Viola e la Principato è scattato quando Tuzzolino, attualmente in una località segreta, ha rivelato di essere stato avvicinato da un uomo che gli avrebbe intimato di ritrattare le dichiarazioni sui rapporti tra la primula rossa di Castelvetrano e la massoneria. Poi avrebbe pronunciato delle minacce di morte nei confronti dei due magistrati. La situazione della sicurezza di Viola e della Principato è stata vagliata dai comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza presieduti dai prefetti Antonella De Miro e Giuseppe Priolo. Il procuratore aggiunto palermitano ha già una scorta di altissimo livello, mentre per il procuratore trapanese sono state innalzate le misure di sicurezza. Già nell'estate 2015 erano giunte delle minacce di morte nei confronti di Tuzzolino, di Viola e della Principato, e al finanziere che aveva raccolto le prime confidenze dell'architetto. Circostanza sulla quale aveva indagato la Procura di Caltanissetta.
Tuzzolino, nel corso delle sue dichiarazioni, ha sostenuto di aver visto Messina Denaro alcuni anni fa seduto al tavolo di un ristorante di Castelvetrano, fornendo poi ulteriori elementi sui legami tra “Diabolik” e le logge massoniche. Mesi fa, su sua indicazione, i poliziotti di New York per conto della Procura di Palermo erano entrati in un appartamento alla ricerca di una cassaforte. Al suo interno vi sarebbero dovute essere, contenute in un hard disk, delle fotografie recenti del superlatitante Il locale era stato individuato, ma dell'hard disk nessuna traccia.
Nell'ambito della requisitoria in cui era stata chiesta la condanna a 8 anni per l'ex senatore dell'Udc ed ex sindaco di Agrigento Calogero Sodano (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, poi assolto) ampio spazio era stato dato a Tuzzolino, il quale aveva parlato di Calogero Baldo (ex assessore di Sodano) che avrebbe impegnato cento milioni di lire per pagare un killer e uccidere l'avvocato Giuseppe Arnone, nel 1993 avversario politico di Sodano, candidato di Legambiente di cui era presidente regionale. Dell'architetto Calogero Baldo Tuzzolino aveva parlato anche nel processo all'ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, descrivendolo come un soggetto che curava i rapporti con affiliati a Cosa nostra e alla Stidda. Nei verbali del processo Lombardo il pentito aveva inoltre descritto l'esistenza di una loggia massonica segreta che a Castelvetrano incassava una tangente del 5 per cento per ogni appalto del fotovoltaico, chiamata “il Tronco della vedova” e che, è quanto sosteneva Tuzzolino, finiva alla segretaria generale della Presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, secondo il pentito facente parte della loggia massonica. La Monterosso, da parte sua, aveva sporto denuncia per diffamazione.

Al procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e al procuratore di Trapani Marcello Viola la redazione di Antimafia Duemila esprime la totale solidarietà a seguito delle minacce emerse nei confronti dei due magistrati.

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