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cutro c giuseppe cutroSi attendono le risposte delle istituzioni
di Francesca Mondin
"Da oggi posso iniziare a guardare il futuro con rinnovata speranza, pur consapevole delle difficoltà che ancora sussistono” lo scrive il testimone di giustizia Ignazio Cutrò ieri, dopo aver avuto la conferma di “un intesa con la Banca Unicredit S.p.A. volta allo stralcio e all’abbattimento della consistente posizione debitoria, nonché circa le modalità di pagamento del residuo”. Finalmente questo darà un po’ di speranza all’ex imprenditore di Bivona che grazie alle sue denunce ha mandato in cella molti boss dell’agrigentino ma che ha pagato con “enormi sacrifici e rinunce” tanto che ha dovuto chiudere l’azienda più di un’anno fa.
Un risultato, che Cutrò tiene a specificare “ho conseguito solo grazie alla mie forze, della mia famiglia, dell’intervento dei miei legali Antonio Cambria e Valentina Brignone e della disponibilità della Banca Unicredit, del Consorzio Fidi di Agrigento e della Fondazione San Mamiliano di Palermo, nel silenzio assordante delle Istituzioni”.
Molte sono state le manifestazioni e proteste portate avanti dall’ex imprenditore di Bivona anche come presidente nazionale dell’associazione testimoni di giustizia per far valere i diritti di chi ha denunciato la criminalità organizzata schierandosi dalla parte della giustizia. L’ultimo atto di disperazione risale a marzo scorso quando ha minacciato di darsi fuoco perchè strozzato dai debiti, accumulati dopo le sue denunce, con banche e Serit.
Dopo la mobilitazione della società civile, dei sui avvocati e della disponibilità dell’Unicredit S.p.A. oggi Cutrò può tirare un respiro di sollievo anche se questo risultato importante “risulterà vano - scrive - senza il decisivo e concreto apporto economico delle Istituzioni e degli Apparati Pubblici” infatti “nessuna soluzione definitiva alla difficile situazione economica in cui attualmente verso potrà realmente raggiungersi”. Per questo il legale Antonio Cambia sottolinea che “l’accordo è subordinato al fatto che bisogna vedere lo Stato come si porrà in questi giorni dopo la prima convocazione al Ministero di Ignazio Cutrò fissata per la prossima settimana.

In attesa di risposte
Se da una parte con le banche il testimone di giustizia ha trovato un’accordo, sulle sue spalle pesa ancora la situazione debitoria con la Serit accumulato soprattutto dopo le denunce, avendo ottenuto solo una volta la sospensiva prevista dalla legge: “Sfruttando i capitoli di legge lo Stato dovrebbe quanto meno rivedere le posizioni aperte con Serit perché di fatto di tratta di debiti radiali” spiega il legale Cambiria. Un controsenso per certi aspetti visto che “di fatto il debito è con lo Stato” che “preso atto della situazione e delle problematiche che lui stesso ha purtroppo consegnato a Ignazio, potrebbe vedere di stralciare una parte della dimensione debitoria”.
Così la sospensiva come la concessione di mutuo a tasso zero sono soluzioni previste dalla legge: “Non si tratta di concedere un bene d’elite ad Ingazio - spiega l’avvocato - la legge n 44 del ’99 è chiarissima”. Soluzioni che non si escludono a vicenda, “una non è alternativa all’altra”. “Noi cerchiamo di essere fiduciosi e speriamo che almeno una delle due possa avere effetto immediato”.
Dall’altra parte guardando alle parole di Cutrò sembra difficile essere fiduciosi “Io con la mafia ho vinto, ma ho vinto da solo - scrive infatti - perché in tutto questo percorso lo Stato mi ha abbandonato, ponendo semmai nuovi ed insuperabili ostacoli, che hanno messo in ginocchio la mia attività, la mia azienda e la vita personale mia e della mia famiglia”. Ancora il testimone di giustizia non ha potuto vedere le perizie del Viminale, scritte tra il 2011  e il 2012 contenenti degli interventi urgenti da fare nei suoi confronti tra cui un mutuo di 300 mila euro mai ricevuto da Cutrò. L’augurio è che questa volta lo Stato non si confermi nella sua lentezza burocratica e dia invece risposte in tempi brevi.

Foto © Giuseppe Cutrò

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