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cocaina panettiLa Polizia scopre joint venture con due clan Kalsa e Villabate
di AMDuemila
L'operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato sull'asse Palermo-Napoli ha portato fino ad ora all'arresto di 24 persone in carcere; altre due sono ancora ricercate. Gli investigatori hanno fatto luce sul traffico di cocaina nel quartiere palermitano della Kalsa, controllato dalla famiglia Abbate, e su quello di hashish che aveva come base uno stand del mercato ortofrutticolo di Villabate della famiglia Fumuso. L'indagine che ha smantellato l'associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico è stata coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai Pm Amelia Luise, Siro De Flammineis e Bruno Brucoli. Il gruppo criminale palermitano era collegato a una parallela organizzazione napoletana, che lo riforniva di droga. Il primo era attivo nell'importazione, da Napoli al territorio siciliano, di ingenti quantitativi di cocaina ed eroina, principalmente destinati a grossi trafficanti locali che, a loro volta, rifornivano gli intermediari che approvvigionavano la Sicilia occidentale. Al vertice dell'organizzazione i palermitani Antonino Abbate, 33 anni, e Giovanni Battista Di Giovani, di 45, il primo appartenente ad una famiglia storicamente organica alla cosca mafiosa della Kalsa; il secondo, fratello del più noto capomafia Gregorio Di Giovanni, inteso "u' reuccio", già capo del mandamento mafioso di Porta Nuova. Sono risultati stabilmente legati all'organizzazione partenopea costituita da fornitori di droga napoletani, individuati in Mario Mancino, 60 anni, Ferdinando Matuozzo, 64 anni. Tra l'altro, dopo i primi sequestri di droga operati, il clan partenopeo, già impegnata nelle forniture al gruppo palermitano guidato da Abbate e Di Giovanni, aveva attivato un altro canale di approvvigionamento - immediatamente individuato della Sezione Antidroga - verso soggetti legati ad esponenti del clan della Guadagna. Come documenta il sequestro di 3,7 kg di cocaina e di 500 grammi di eroina, trasportati da due donne napoletane, già arrestate. L'altro gruppo criminale era, invece guidato dal Francesco Antonino Fumuso, 49 anni, già colpito da misura cautelare nel 2009 per reati di mafia, aiutato, nell'attività di importazione in Sicilia di hashish, da alcuni dei suoi più stretti familiari. A lui sono stati sequestrati beni per un milione di euro. Dai domiciliari riusciva a pianificare e gestire un imponente traffico di sostanze stupefacenti, finalizzato a mantenere vitali i mercati di droga di Palermo, di Villabate e Misilmeri. Quest'ultimo asse di approvvigionamento illecito era stato documentato dagli investigatori dell'Antidroga con un maxi sequestro di hashish proveniente dalla Romagna, occultato nel doppiofondo di un camion carico di patate, sequestrato il 31 luglio 2013. Complessivamente, la Sezione Antidroga della Squadra Mobile palermitana è riuscita ad intercettare e sequestrare circa 13 chilogrammi di cocaina, 700 grammi di eroina, 425 chilogrammi di hashish e un chilogrammo di marijuana. In una perquisizione nell'abitazione di Antonino Abbate gli investigatori avevano sequestrato oltre a 1,5 chilogrammi di cocaina e una pistola modificata per sparare cartucce ordinarie.
Dell’operazione ha parlato il questore di Palermo Guido Longo: “Parlare di mafia e traffico di stupefacenti è dire la stessa cosa. In questo momento l'attività primaria di cosa nostra è il business della droga. Questa indagine lo conferma”. “Cosa nostra attraverso le droghe, cocaina e hashish, consegue grandi utili finanziari che poi vengono reinvestiti - ha spiegato il questore - in attività lecite, ad esempio le sale gioco". Secondo Longo, per certi versi, il traffico di stupefacenti non è mai stato del tutto abbandonato da cosa nostra. "In passato in Sicilia c'erano le raffinerie di eroina che poi veniva esportata anche negli Usa. Oggi vanno in particolare hashish e cocaina, quest'ultima proviene in gran parte dalla Campania".

Fonte ANSA

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