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dali antonio web12di Rino Giacalone
Chiesti 7 anni e 4 mesi per il parlamentare trapanese per concorso esterno in associazione mafiosa

Una sola udienza è stata sufficiente al pg Nico Gozzo per esporre per intero la requisitoria nel processo di appello dove è imputato, dinanzi al collegio presieduto dalla giudice Borsellino, di concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo come nel primo grado si svolge col rito abbreviato, e dunque in camera di consiglio, e la presidente della Corte ha respinto la richiesta di ammettere in aula i giornalisti. In primo grado il senatore Tonino D’Alì, ex sottosegretario all’Interno, parlamentare di Forza Italia, in Senato dal 1994, ebbe dichiarata la prescrizione per il periodo sino al 1994, e assolto per i reati che l’accusa contestava per il periodo successivo. In apertura del dibattimento il pg Gozzo aveva chiesto la riapertura dell’istruttoria, chiedendo di sentire collaboratori di giustizia, come il trapanese Antonino Birrittella, e alcuni testi, tra questi l’ex direttore dell’ufficio amministrativo della Curia di Trapani, don Ninni Treppiedi, e l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani, l’attuale capo della Dia campana, il dottore Giuseppe Linares. Ma la Corte ha respinto la richiesta ammettendo solo l’ammissione documentale riguardanti il consorzio turistico trapanese, all’epoca guidato dall’ancora fidato collaboratore del senatore D’Alì, Giuseppe Poma. Una vicenda che peraltro è citata anche all’interno dell’indagine fiorentina sull’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, di cui Poma è cognato, e come Bulgarella anche lui tra gli indagati nell’indagine coordinata dalla Procura di Firenze e sviluppata dagli investigatori dei Ros dei carabinieri. Oggi a Palermo il pg Gozzo a conclusione della requisitoria ha chiesto per il senatore D’Alì una condanna a 7 anni e 4 mesi ed ha reiterato la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria. A conclusione dell’intervento del pg Gozzo hanno concluso anche le parti civili costituite. prossima udienza il 23 luglio quando a parlare saranno i difensori dell’imputato, avvocati Stefano Pellegrino e Gino Bosco.

Riceviamo e pubblichiamo dai legali del senatore Antonio D'Alì
"Per i difensori del Senatore Antonio d’Alì, Avvocato Biagio Bosco e Avvocato Stefano Pellegrino, la linea della pubblica accusa ha ripercorso sinteticamente fatti ampiamente approfonditi già in primo grado per i quali è stata dimostrata l’estraneità del Senatore, con alcuni richiami che non trovano riscontro nei capi d'imputazione e nei fatti processuali. Alla luce di tutto ciò gli Avvocati non potranno che chiedere, più che convinti, la conferma dell'assoluzione già ottenuta in primo grado".

ANTIMAFIADuemila
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