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grasso pietro senatoGrasso: "Perché Salvo Riina firmò dopo liberatoria?"
di AMDuemila
Tante cose "rendono insopportabile il contenuto dell'intervista" a Salvo Riina andata in onda ieri sera durante 'Porta a porta' su Rai1, ha detto Monica Maggioni, presidente Rai, convocata di fronte alla Commissione antimafia a seguito della decisione di mandare comunque in onda l'intervista. "Dall'inizio alla fine è stata un'intervista da mafioso, quale è il signor Riina", ha aggiunto Maggioni, la quale ha anche sottolineato che in Rai "non c'è nessun tipo di negazione" sul fronte mafia. "Vittima e aguzzino non devono e non avranno mai pari dignità di racconto - ha aggiunto - A meno che non si pensi di trattare la notizia allo stesso modo, cosa che però nel servizio pubblico non è possibile".
"L'intervista è stata gratuita o ci sono state spese? Il figlio di Totò Riina non è solo figlio del capo dei Corleonesi e tanto sarebbe bastato per affrontare la vicenda con maggiore prudenza ma è stato anche condannato per associazione mafiosa e non come associato ma come promotore". A dichiararlo è stata la presidente della Comissione Antimafia Rosy Bindi, nel corso dell'audizione. "La puntata 'riparatrice' di Porta a Porta dopo quella con l'intervista a Totò Riina è un messaggio gravissimo perché sembra che ci possa essere par condicio fra la mafia e la lotta alla mafia", ha continuato la Bindi. "Avevamo chiesto alla Rai di rinunciare a messa in onda dell'intervista. Si sono levate grida di protesta dai familiari delle vittime fino al presidente Grasso. In questo Paese è un problema sensibile. Perché siete andati avanti con la trasmissione?". "Dopo Riina in Rai si può ancora parlare di servizio pubblico?" , ha chiesto Bindi.

"Quando sono andato alla Rai la liberatoria mi è sempre stata fatta firmare prima, anche quando si trattava di registrazioni. Ho sentito che" il figlio di Riina ieri a Porta a Porta "ha firmato dopo aver visto il filmato" segno "quindi di grande rispetto anche da parte della Rai". A dirlo è stato il presidente del Senato, Pietro Grasso, partecipando a un incontro alla Luiss. "Ma perchè? Forse aveva il timore che gli fosse sfuggito qualcosa di compromettente e doveva rivederlo?", si è chiesto. "Io penso che il servizio pubblico non debba avere limiti all'informazione, ma deve imporre un diverso grado di responsabilità e di serietà. Non si può banalizzare la mafia, non si ci si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo, e una puntata riparatoria non giustifica, anzi sembra mettere sullo stesso piano il punto di vista della mafia e quello dello Stato", dice Grasso. "Anche se il conduttore dice di aver incalzato con le domande, non è riuscito ad ottenere risposte che non fossero quelle prevedibili di un mafioso figlio di un mafioso, portatore di un codice di omertà che ha dato un'eccezionale prova di forza, difendendo strenuamente gli aspetti umani di quel padre che è e deve passare alla storia come un "mostro sanguinario".
In merito alla puntata di ieri di "Porta a Porta" si è espresso anche il senatore Giuseppe Lumia: "Una volta - ha dichiarato - dissi ai figli di Provenzano che su di loro incombeva una terribile maledizione, che poteva essere scacciata solo se sarebbero stati capaci di trasformare il loro legittimo amore per il padre in una richiesta di collaborazione con la giustizia. La stessa cosa dico adesso ai figli di Riina. Ricordo ancora quando da presidente della Commissione antimafia - ha continuato - mi trovavo presso il Centro di documentazione antimafia di Corleone per un'iniziativa. Lì mi aspettava con uno sguardo di sfida un giovane ben vestito con l'obiettivo di intimorirmi. Era proprio il figlio di Riina. Riina junior manifestava il suo dissenso nei confronti di quella manifestazione e della scelta fatta dalla comunità di Corleone, che nel frattempo aveva deciso di ribellarsi al potere di Cosa nostra. Naturalmente il suo tentativo non sortì l'effetto sperato", è stato il ricordo di Lumia. "Oggi Riina junior cerca di rilanciare il racconto mafioso. Sa bene che in questo modo può trarre in inganno molti, puntando sul falso mito della "mafia buona", della "mafia giusta". Per i figli di Riina non c'è altro modo di liberarsi da questa maledizione se non seguendo l'esempio di Peppino Impastato. Riina junior vada in carcere dal padre e lo convinca a collaborare con la giustizia. È questo l'unico finale della storia che tutti i cittadini onesti vorrebbero ascoltare da lui", ha concluso Lumia.

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