Tra gli imputati l’ex consigliere Regionale Santi Zappalà
di AMDuemila
Ancora una volta saranno i giudici della Suprema Corte di Cassazione a doversi esprimere su quell’asse politico-mafioso nel Reggino che era emerso tra le pagine dell’inchiesta poi scaturita nel processo “Reale”.
Un’indagine che ha svelato la visita elettorale dell’ex consigliere regionale e sindaco di Bagnara, Santi Zappalà, nella villa a Bovalino dove risiedeva il boss di San Luca, peppe Pelle “Gambazza”. Un incontro registrato dalle telecamere posizionate dai carabinieri del Ros i cui contenuti sono stati anche captati tramite le cimici piazzate in salotto della stessa. Secondo l’accusa quell’incontro sarebbe servito per consentire al politico bagnarese, di ottenere appoggio elettorale alle Regionali del 2010 (che poi vinse guadagnando uno scranno in Consiglio regionale come secondo eletto nella lista del Pdl) grazie ad un certo numero di voti garantiti dai boss della Locride.
Un processo che non ha avuto un percorso semplice. Lo scorso luglio la corte d’appello di Reggio Calabria, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio alcune condanne del processo “Reale” contro le ‘famiglie’ di san Luca addirittura sostenendo che il clan Pelle non esiste, ha nuovamente emesso un dispositivo nel quale si riconosce la cosca.
Fatta eccezione per le due assoluzioni chieste e ottenute dalla stessa Procura generale per Antonio Pelle, di anni 29 anni, e Sebastiano Carbone, i giudici hanno confermato le accuse di mafia a carico degli imputati e ritoccato soltanto in minima parte le condanne inflitte nel precedenti processi.
Così Santi Zappalà ha avuta confermata la condanna a 2 anni e 8 mesi. Rispetto al primo grado, identica era rimasta la pena inflitta a Francesco Iaria (2 anni e 6 mesi), mentre uno sconto di pena è stato riconosciuto a Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva, considerato il referente del clan Pelle per i contatti con la politica e condannato a 2 anni e 6 mesi al posto dei 4 anni e 11 mesi precedenti (è caduta l’accusa di associazione mafiosa pur restando l’aggravante).
Praticamente identica la condanna del boss Peppe Pelle, che è passata da 11 anni e 9 mesi a 11 anni e 4 mesi. Il boss Giovanni Ficara, in precedenza punito con 12 anni e 6 mesi, è stato condannato a 10 anni e 4 mesi. E’ passata da 12 anni e 8 mesi a 11 anni e 4 mesi Antonino Latella, mentre è di 8 anni e 10 mesi la pena inflitta a Rocco Morabito, prima condannato a 10 anni e 8 mesi. Sebastiano Pelle, condannato in passato a 5 anni e 8 mesi, ha ottenuto un anno di sconto, mentre si è trovato a scontare solo sei mesi in meno Antonio Pelle, 28 anni, condannato a 5 anni e 2 mesi invece che a 5 anni e 8 mesi rimediati in precedenza. Domenico Pelle è infine passato da 8 a 7 anni di reclusione.
Processo ''Reale'', domani la sentenza della Cassazione
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