di Sara Donatelli
È iniziato oggi, presso il tribunale di Reggio Emilia, il processo Aemilia per gli imputati che hanno optato per il rito ordinario. L’udienza è iniziate alle 10.30, per terminare dopo circa tre ore. Il primo maxiprocesso in Emilia Romagna entra dunque nel vivo. I protagonisti sono i 147 imputati che, come detto, hanno scelto di essere giudicati tramite rito ordinario (34 dei quali accusati di associazione mafiosa). La corte è composta da Francesco Maria Caruso, Cristina Beretti e Andrea Rat. Gli avvocati difensori si sono presentati con un nastro bianco attaccato alla toga per sottolineare il diritto di difesa degli imputati. Presente in aula il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il primo cittadino di Reggio Emilia ed altri sindaci dei comuni costituitisi parte civile. Dopo l’appello degli imputati presenti, si è passati alle costituzioni di parte civile. Tensione in aula quando l’imputato Francesco Amato è stato allontanato dall'aula dopo aver urlato: "Delrio è implicato e anche la Masini. Siete contenti, comunisti?".
Le prime dichiarazioni del pentito
Il processo è poi proseguito con l’audizione di Giuseppe Giglio. Il primo pentito del processo Aemilia ha raccontato ai PM il ruolo di Giuseppe Pagliani, consigliere del consiglio comunale reggiani, imputato al processo e per il quale i PM hanno richiesto 12 "Mi disserò: darà lavoro in cambio di voti". Queste dichiarazioni vanno in qualche modo a confermare l'impianto accusatorio della DDA di Bologna. Giuseppe Giglio è ritenuto uno degli organizzatori dell'associazione 'ndranghetistica emiliana ed è dunque una delle figure chiave del procedimento penale. Giglio afferma di essere stato informato del patto con Pagliani da Alfonso Diletto, anche lui imputato. Tale patto, però, “non è andato avanti solo perché poi cioè... per tutte le notizie, cioè per il polverone che si era alzato, diciamo, sia di giornalismo e sia per il resto, giustamente, non è andato avanti” continua Giglio. Ma non finisce qui, le dichiarazioni del pentito riguardano infatti anche l’imprenditore Augusto Bianchini. “Per lui era importante una cosa, la superfatturazione che lui faceva anche quando l'azienda si trovava di non poter pagare quelle fatture». Una volta, racconta il pentito «mi sono proprio dimenticato l'impegno che avevo preso con lui e poi ci sono andato il giorno dopo, questo me lo rimproverò perché mi disse: "Guarda Giglio, cioè no... quando tu prendi un impegno su questa cosa devi... perché sai, per prendere i lavori bisogna oliare proprio così mi disse 'e se non olio non...». Alla domanda del PM se questi soldi potessero servire per il pagamento delle tangenti, Giglio ha dato risposta affermativa. Il processo è stato rinviato in ordinario al prossimo 20 aprile mentre il rito abbreviato proseguirà il 5.