di Sara Donatelli
Arriva, finalmente, la notizia tanto attesa: la seconda fase del processo Aemilia si terrà a Reggio Emilia e si ipotizza possa avere inizio durante gli ultimi giorni di marzo. Tanti gli ostacoli che in queste settimane potevano distruggere definitivamente la possibilità che il processo potesse continuare in Emilia Romagna. Ma adesso è arrivato il responso definitivo: la comunicazione, da parte della Corte d’Appello di Bologna, è stata inviata al Ministero della Giustizia. Siamo ormai agli sgoccioli delle udienze preliminari: il GUP, Francesca Zavaglia, emetterà (presumibilmente martedì 22) i decreti di rinvio a giudizio o proscioglimento per circa 150 imputati (il restate terzo ha invece optato per riti abbreviati e patteggiamenti che verranno affrontati a partire dall'11 gennaio). Rimangono comunque numerosi nodi da sciogliere. Dai primi di dicembre si stanno succedendo i sopralluoghi da parte dell’architetto Alessandro Scarcella.
Il tecnico del Ministero, specializzato in allestimenti di aule speciali, sta infatti valutando la fattibilità dell’installazione di una tensostruttura all’interno del palazzo di giustizia reggiano. Bisogna anche ragionare sull’impostazione “informatica” del processo: Pasquale Riccardo, direttore generale dei servizi informatici del ministero della Giustizia, ha già avuto modo di confrontarsi con il presidente del tribunale Francesco Caruso per capire quali possano essere le esigenze di un processo così complesso ed articolato. Un grande passo in avanti. Probabilmente uno dei più importanti: mantenere il procedimento penale a Reggio Emilia, centro degli affari loschi dei Grandi Aracri e di tutti coloro che in questi anni si sono venduti al mondo mafioso, sarà una grande occasione di riscatto per tutta la popolazione emiliana.