di Sara Donatelli
Continua il processo Aemilia all'interno del padiglione numero 18 della Bologna Fiere. L'udienza di ieri è stata centrata soprattutto sul ruolo di Augusto Bianchini. L'imprenditore di San Felice sul Panaro è una delle figure chiave di tutto il procedimento penale. La sua azienda infatti, la Bianchini Costruzioni Srl, è stata molto attiva nei lavori di ricostruzione post-terremoto nel 2012. Secondo l'accusa, però, Bianchini e la sua famiglia avrebbero usufruito dell'appoggio di personaggi, come Michele Bolognino, molto vicini alla cosca di 'ndrangheta dei Grande Aracri. Per tali motivazioni, Augusto Bianchini finì in carcere a gennaio con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, salvo poi essere mandato ai domiciliari a marzo. A luglio, sotto richiesta della DDA di Bologna, subì invece un sequestro da 20 milioni di euro a carico della "Dueaenne Sas" di San Felice, azienda riconducibile alla moglie di Bianchini, Bruna Braga.
Ebbene, durante l'udienza di ieri i legali dei Bianchini, Simone Bonfante e Giulio Garuti, hanno chiesto l'assoluzione dei propri assistiti (anche i figli e la moglie di Augusto Bianchini compaiono infatti sul banco degli imputati) per tutti i capi di imputazione contestati dalla procura.
Richiesta ardua, se si considera che addirittura anche lo stesso Michele Bolognino (che ricordiamo, oltre ad essere uno degli imputati "eccellenti" al processo, è considerato dalla procura come uno degli uomini di punta della cosca emiliana) ha più volte raccontato ai PM che sia Augusto Bianchini che la moglie fossero in effetti a conoscenza di avere a che fare con personaggi 'sospetti'. Se la richiesta dei legali dei Bianchini dovesse essere accolta, il processo si sposterebbe lì dove si sarebbero consumati i reati minori (come ad esempio il famoso smaltimento di amianto), quindi a Modena o a Reggio Emilia. Le difese proseguiranno fino all'11 dicembre, subito dopo il GUP, Francesca Zavaglia, si esprimerà al riguardo e l'11 gennaio inizieranno i riti abbreviati e i patteggiamenti.
Analizzando gli ultimi risvolti sembra ormai chiaro a tutti che un processo mastodontico, come quello di Aemilia, faccia davvero paura a molti. Tra improbabili richieste di assoluzione, patteggiamenti, riti abbreviati o addirittura trasferimento del procedimento penale per eccezioni di competenza territoriale (richiesta avanzata dai difensori di alcuni imputati qualche settimana fa, ma respinta dal Gup) sono evidenti i tentativi di smantellare, rallentare e deviare il corso naturale di un processo, ora come non mai, necessario in una regione come L'Emilia Romagna, terra fertile per la criminalità organizzata.