Il governatore della Campania indagato per corruzione
di AMDuemila
Colpo di scena sul dibattuto caso De Luca-Severino, il governatore della Campania è ora indagato assieme al giudice, Anna Scogliamiglio, che aveva sospeso la sospensione, decretata dallo stesso Renzi in base alla legge Severino, di Vincenzo De Luca dalla carica del presidente della Regione Campania. I due sono indagati, assieme ad altre cinque persone, tra cui il braccio destro di De Luca, Carmelo Mastursi, (dimessosi recentemente, ndr) e il marito della Scogliamiglio, Guglielmo Manna avvocato e funzionario della sanità. Quello su cui sta indagando la Procura di Roma sarebbe un atto di corruzione gravissimo tra magistratura e politica al fine di congelare gli effetti della legge Severino nei confronti del governatore della Campania condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Secondo la ricostruzione offerta fin ora, la cui veridicità sarà verificata dalle indagini in corso, la sentenza a favore di De Luca emessa dal giudice del Tribunale di Napoli il 22 luglio sarebbe stata la moneta di scambio per ottenere dei favori o incarichi nel mondo della sanità per il marito Manna in cerca di un posto prestigioso.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero le intercettazioni dei magistrati napoletani in cui Manna (intercettato per altri fatti) al telefono con Mastursi avrebbe fatto richieste di incarichi o favori promettendo un intervento sulla moglie Scogliamiglio. Il braccio destro di De Luca avrebbe quindi avuto il compito di favorire un incontro presso l’ospedale pediatrico, per far ottenere poi a Manna un incarico.
La squadra mobile ora è alla ricerca di documenti e atti negli uffici della Regione, nell’ospedale Santobono di Napoli dove lavora il marito del giudice, così come a casa di Mastursi. Lo scorso fine settimana infatti il fedelissimo del presidente della Regione Campania è stato raggiunto da un decreto di perquisizione e lunedì ha presentato le dimissioni sparendo dal quadro politico e pubblico. Un fatto che nei giorni scorsi De Luca aveva giustificato dicendo che la decisione di Mastursi derivava da un carico di lavoro troppo difficile da sostenere in vista delle prossime elezioni amministrative.
Il governatore della Campania ha preso le distanze dalle accuse ed ha minimizzato il tutto dicendo: “Non perdo neanche dieci secondi dietro queste cose. Se dovesse esserci qualcosa la magistratura faccia il proprio dovere… ma noi siamo assolutamente tranquilli”. Anche la Scogliamiglio ha dichiarato la sua estraneità: “Se qualcuno, a mia insaputa, ha speso il mio nome non ne ho alcuna responsabilità.” Intanto il caso giudiziario della sospensione di De Luca procede, a breve si attende il giudizio di merito del Tribunale civile sul ricorso del presidente della regione. La vicenda era iniziata a maggio scorso, quando Vincenzo De Luca fu eletto governatore, poco dopo, il 27 giugno il premier Renzi lo sospese e il caso arrivò nelle mani del giudice civile Gabriele Cioffi. Il quale con provvedimento d’urgenza (senza ascoltare le parti) il 2 luglio, prima di andare in pensione, si espresse a favore di De Luca rimandando il merito al collegio della prima civile, collegio dove la Scogliamiglio era giudice relatore. Dopo la sentenza del 22 luglio anch’essa a favore del governatore della Campania ci fu un altro collegio dello stesso Tribunale che respinse l’ennesimo ricorso delle opposizioni contro De Luca. Ora, alla luce dell’inchiesta romana la lettura degli eventi potrebbe essere ribaltata. Non resta perciò che attendere che le indagini e la giustizia facciano chiarezza.