di AMDuemila
Firenze."La mafia più evoluta, e in particolare Cosa Nostra siciliana, ha nel suo dna la ricerca di un rapporto di pacifica convivenza con le istituzioni", e "per il vero mafioso la collusione con lo Stato è il primo obiettivo da raggiungere". A dirlo è il pm di Palermo Antonio Di Matteo, che rappresenta la pubblica accusa (assieme a Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene ) nel processo trattativa Stato-mafia, durante la presentazione del libro 'Collusi', scritto col giornalista Salvo Palazzolo, all'Università di Firenze.
Approfondendo l'argomento delle collusioni fra mafia e politica Di Matteo ha aggiunto: "La mafia è sempre stata mossa da colletti bianchi, che sono la testa pensante dell' organizzazione". Cosa Nostra, ha proseguito rivolgendosi agli studenti, "non è portata avanti solo dai Riina, i Brusca, i Bagarella, i Provenzano e i Matteo Messina Denaro, perché non è fatta solo di rozzi contadini e killer".
Parlando poi dei molti "delitti eccellenti" di mafia che hanno insanguinato il nostro Paese il magistrato ha ricordato come le vittime, Pier Santi Mattarella e Pio La Torre sono stati "uccisi poiché rappresentavano anomalie nel sistema politico italiano", così come "Falcone e Borsellino" erano "anomalie nel sistema della gestione del potere giudiziario". "In questo libro - ha spiegato il pm - mi sono limitato a raccogliere fatti giudiziari comprovati con sentenze definite, con lo scopo di "contribuire a conservare la memoria".
"La conoscenza del passato - ha concluso Di Matteo rivolgendosi agli studenti - vi consentirà di vivere il futuro da cittadini e non da sudditi".
Alla presentazione, svoltasi nell'aula magna del polo di Scienza sociali nel corso di un evento organizzato dagli 'Studenti di sinistra', hanno partecipato anche rappresentanti dall'associazione familiare delle vittime dei Georgofili e, in collegamento, il co-autore del libro Salvo Palazzolo.
Fonte ANSA