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orioles riccardo brindisi reportdi Lorenzo Baldo
Partiamo dalla fine. Il Gruppo siciliano dell'Unione nazionale cronisti ha assegnato ieri, su proposta del vice-presidente nazionale Leone Zingales e dei consiglieri nazionali Elena Giordano e Giuseppe Lo Bianco, il tesserino di cronista onorario a Riccardo Orioles, direttore de “I siciliani giovani” e "I cordai", ma soprattutto “penna” straordinaria dello storico mensile “I Siciliani” diretto da Pippo Fava. “Orioles è un cronista con la C maiuscola - ha affermato il presidente regionale dell'Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo - la sua vita l'ha dedicata all'impegno civile attraverso il racconto dei fatti da una prospettiva civile e antimafiosa''. "Il nostro vuol essere un riconoscimento ad un collega professionalmente cresciuto alla scuola di Giuseppe Fava che ha onorato la professione giornalistica in Sicilia - ha aggiunto il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - in momenti in cui non è stato facile mantenere la schiena dritta. A lui va l'affettuosa vicinanza da parte dei cronisti siciliani". Questo riconoscimento - più che meritato per un giornalista come Orioles - arriva dopo il caso sollevato da Claudio Fava, Miki Gambino e Antonio Roccuzzo con un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano e dopo che Don Luigi Ciotti a nome di Libera si è reso disponibile a versare i contributi non pagati all’Ordine dallo stesso Orioles che, attualmente, vive unicamente con la pensione sociale di 432 euro. Il presidente di Libera ha appositamente lanciato “un appello affinché il Governo riconosca le misure economiche della legge Bacchelli al giornalista antimafia che ha rischiato di essere cancellato dall'Ordine per non aver pagato le quote associative”. Dal canto suo l’Ordine dei giornalisti della Sicilia ha smentito subito la possibilità che Orioles potesse essere cancellato dall’Ordine. Una smentita contestata duramente dal figlio di Pippo Fava, Claudio, ex redattore de “I Siciliani”. “L'ordine dei giornalisti della Sicilia – ha scritto lo scorso 4 ottobre l’on. Fava sulla sua pagina facebook – scrive stamattina, su un'agenzia, che Orioles non è stato radiato affatto. Non scrive che la sua radiazione era all'ordine del giorno della loro riunione di venerdì scorso, ore 17, Palermo. Non scrive che quella vergognosa espulsione era stata calendarizzata per 1384 euro di morosità. Non scrive di averla rinviata di sei mesi quando si sono resi conto di averla fatta grossa. Non scrive che il debito di Riccardo è stato coperto stamattina da un bonifico di Libera, così gli inflessibili ragionieri dell'Ordine non dovranno darsi più pena nemmeno fra sei mesi. Non scrive che metterà all'ordine del giorno l'espulsione di Mario Ciancio invece che quella di Orioles, per le cose che oggi diciamo sul Fatto e che il suddetto Ordine ben conosce da almeno trent'anni. Non scrive, l'Ordine. Precisa l'acqua calda, finge di cadere dal pero e tace su tutto il resto. Una miseria”. Nel frattempo i ragazzi di “WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie” hanno lanciato una raccolta firme per chiedere all’Ordine di concedere ad Orioles una tessera “ad honorem”. Dopo l’ulteriore replica dell’Ordine dei giornalisti Sicilia  nella quale è stato evidenziato che il direttore de “I Siciliani giovani” “non è stato né sarà radiato”, è arrivato un comunicato congiunto delle redazioni de “I Siciliani giovani” e “I Cordai” per ribadire  che Riccardo Orioles “continuerà ad essere il direttore responsabile”. “Non pensavo che la fiamma fosse così viva”, ha commentato a caldo Orioles. “Sono cinque mesi che non scrivo, il fatto che tanti ragazzi mi abbiano mostrato così tanto affetto mi ha rassicurato”. “Se mi avessero dato il Pulitzer, lo avrei snobbato – ha sottolineato –. Più grande onore non poteva farmi. In passato ho criticato lui (don Ciotti, ndr) e ho criticato Libera. Don Ciotti è un uomo buono, non è un politicante, ha cominciato ad aiutare i poveri dei poveri. Adesso lo ringrazio per tutti quelli che sono dimenticati: per chi è stato minacciato dai mafiosi, per chi ha continuato a scrivere”. L’amara riflessione sulle ragioni che hanno portato al giusto epilogo di questa triste vicenda ruota attorno al significato dell’esistenza stessa dell’Ordine. Giornalisti integri come Riccardo Orioles non hanno certamente bisogno di un tesserino in tasca per esercitare una professione che, se fatta come lo stesso Riccardo la concepisce,  può realmente contribuire a migliorare una società malata di egoismo e ipocrisia. E di questo gli saremo sempre riconoscenti.

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