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odevaine-lucaRivelazioni sull'appalto al Cara di Mineo
di AMDuemila - 3 agosto 2015
Una collaborazione che potrebbe dare nuovi straordinari impulsi alle indagini su Mafia capitale. Luca Odevaine, ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, arrestato lo scorso dicembre per corruzione aggravata, starebbe parlando del mega appalto da 100milioni di euro per la gestione del centro rifugiati di Mineo. A scriverlo è Il Messaggero.
Sarebbe stato trasferito dal carcere di Torino in un penitenziario di massima sicurezza dell’Italia centrale, ed avrebbe deciso di vuotare il sacco sull'assegnazione dell'appalto sia con i magistrati di Roma che con quelli di Catania, che ha iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla gestione del centro assistenza più grande d’Europa sei persone, tra cui lo stesso Odevaine e il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. I verbali sono stati secretati.
L'affare “Cara di Mineo” è stato definito come un “Caso di Stato” dal procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, lo stesso pm che sta indagando sul sistema di truffe, parentopoli, turbative d'asta e corruzione che gira intorno al più grande centro per richiedenti asilo d'Europa. Si, perché quello di Mineo, piccolo comune della provincia di Catania, è il più grande centro d'accoglienza in Europa.
Odevaine ne parla in un’intercettazione datata 21 marzo 2014 con il suo commercialista: inviato a Mineo da Franco Gabrielli per “fare la gara“.

A lui racconta del proprio incontro con il sottosegretario in un’intercettazione captata negli uffici della Fondazione Integra/Azione: “Praticamente venne nominato sub-commissario … eh del commissario Gabrielli … il Presidente della Provincia di Catania … che era anche Presidente dell’UPI … Giuseppe Castiglione … il quale … quando io ero andato giù … mi è venuto a prendere lui all’aeroporto … mi ha portato a pranzo … arriviamo al tavolo … c’era pure un’altra sedia vuota … dico eh “chi?” … e praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara”.
Il 25 giugno 2014 la gara d'appalto, da centomila euro, viene bandita e vinta dalla stessa associazione temporanea d’imprese che aveva gestito il Cara negli ultimi tre anni. Unica differenza rispetto al passato è il capogruppo, rappresentata dal Consorzio Casa della Solidarietà.
Il 23 giugno il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, ha commissariato il Cara dopo la richiesta avanzata dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, che da mesi segnalava al ministero irregolarità nell’assegnazione dell’appalto, definendola “lesiva della concorrenza” e “senza alcuna trasparenza”. Una gara d’appalto che, per l’Anticorruzione, sembra “cucita addosso” ai vecchi gestori, capaci nuovamente di aggiudicarsi quel bando a nove cifre nel giugno 2014.
Giovanni Ferrera, direttore generale del Consorzio Calatino Terra di Accoglienza (ente attuatore del Cara), aveva bollato il parere di Cantone come “non vincolante”, tirando dritto per la propria strada. E' per questo motivo che il Presidente dell'Autorità Anticorruzione ha scritto direttamente al ministro Angelino Alfano una lettera, datata 27 maggio, senza ricevere risposta. Il 25 marzo davanti ai parlamentari del Comitato Schengen il prefetto Mario Morcone aveva persino difeso l’operato di chi gestisce il centro. Ora le nuove dichiarazioni di Odevaine potrebbero aprire nuovi scenari sul “diabolico sistema” che produceva denaro sulla pelle dei migranti.

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