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crocetta-rosario-web7Il Procuratore nisseno Lari: “Non c'è nessuna inchiesta su Tutino”
di Aaron Pettinari - 21 luglio 2015
Dopo la lunga serie di polemiche, commenti, smentite, contro smentite ed interrogativi il Presidente della Regione Sicilia passa al contrattacco. Questa mattina il legale di Crocetta, Vincenzo Lo Re, in conferenza stampa ha annunciato che il Governatore è pronto ad intentare causa in sede civile contro L'Espresso dopo la pubblicazione del settimanale sulla presunta intercettazione tra Tutino e Crocetta dai terribili contenuti su Lucia Borsellino (“Lucia Borsellino va fatta fuori. Come suo padre”). “Faremo un'azione civile risarcitoria chiedendo a L'Espresso 10 milioni di danni” ha detto Lo Re specificando che la richiesta danni riguarderà “'l'editoriale L'Espresso, il direttore del settimanale, e i due giornalisti che hanno scritto l'articolo in cui si parla della telefonata tra Tutino e Crocetta”. “L'omessa vigilanza e l'omessa verifica sulla veridicità di questa intercettazione - ha spiegato l'avvocato del Presidente della Regione - ha letteralmente distrutto e massacrato l'immagine personale, politica e professionale di Rosario Crocetta. L'Espresso si è difeso dicendo che l'intercettazione è secretata. Ma la secretazione è un decreto del pm, lo stesso che più volte ha smentito l'esistenza dell'intercettazione sia ambientale che telefonica”.

Dossieraggi?
Lo Re, il quale dopo aver ricordato l'impegno antimafia del Presidente ha annunciato che una parte dell'eventuale ricavato dalla causa sarà dato in beneficenza, ha detto anche che contro Crocetta c'è stata una certa “attività di dossieraggio”. “Abbiamo querelato Panorama in sede penale per l'articolo del 2012 sui rapporti del presidente con persone di Gela e con Emanuele Celone. Sono trascorsi tre anni e ancora siamo alle udienze. Anche per questo abbiamo deciso di fare causa civile a L'Espresso. Inoltre abbiamo scoperto che un giornalista di Panorama voleva scoprire presunti 'balletti rosa' nell'atelier sul mare a Tusa da parte del presidente della Regione anche con minorenni. E' andato da un noto attivista gay di Palermo chiedendo notizie. Abbiamo presentato un esposto cautelativo alla procura di Palermo anche con la testimonianza di quell'attivista”.
In merito alla presunta intercettazione tra Crocetta ed il suo medico personale Lo Re ha aggiunto: “Se qualcuno ha questa intercettazione la tiri fuori, anche anonimamente. La faccia ascoltare a tutti non solo ai giornalisti amici”. Il legale del Governatore ha parlato di “giornalismo ad orologeria” dicendosi stupito del fatto che, “se la notizia è cominciata a circolare il 29 giugno stupisce che il settimanale non l'abbia pubblicata il 4 luglio o l'11 di luglio ma abbia aspettato il 18 di luglio per pubblicarla in coincidenza con le commemorazioni di Borsellino che dovevano essere un momento di silenzio e di riflessione. E' evidente che si voleva mettere in difficoltà Crocetta”.

L'occasione persa
Dopo le parole dell'avvocato del Governatore siciliano immediata è stata la replica della direzione del settimanale “L'Espresso”: “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l'occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell'Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto”.
Da parte sua Crocetta è intervenuto a Sky Tg24, dicendo di aver mandato un Sms a Lucia Borsellino: “Le ho scritto 'non ti ho mai tradito, nei fatti, non ti tradisco e non ti tradirò mai', perché io so quello che ha vissuto. L'ho condiviso con lei, condividendo con lei ogni scelta, e lo sto vivendo ancora di più in questo momento”. L'ha condivisa anche di fronte agli sfoghi che comunque Matteo Tutino faceva nei confronti della figlia di Paolo Borsellino?
Le intercettazioni, quelle vere, pubblicate in questi giorni, rivelano un mondo tragico e miserabile. Dove il primario di chirurgia plastica a Villa Sofia, prima di finire agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa, falso, abuso d’ufficio e peculato, stila organigrammi di medici e faccendieri da sottoporre all’approvazione del Governatore col tentativo di scavalcare “quella b... della Borsellino”.
E come mai Crocetta, anziché gridare immediatamente allo scandalo, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi per difendersi?
“Giuro di non averla mai udita, forse ero in viaggio, in autostrada, in una zona d'ombra. Ma se l'avessi sentita davvero avrei reagito come un dannato, avrei tolto la parola a Tutino. Lui parlava male della Borsellino, è vero, ma ripeto non l'ho sentito dire quella frase. Purtroppo siamo tutti vittime delle telefonate altrui” aveva detto nell'immediato facendo riferimento alla presenza di eventuali coni d'ombra durante le telefonate.

Dopo Lo Voi la smentita di Lari
Sabato pomeriggio, alla manifestazione dell'Anm Palermo in occasione della commemorazione di Borsellino e degli uomini della scorta, era intervenuto il ministro dell'Interno Angelino Alfano che, dopo la smentita di Lo Voi sull'esistenza dell'intercettazione agli atti della Procura di Palermo, aveva chiesto: “Io credo a Lo Voi. Se l'intercettazione non è vera come dice, chi ha fabbricato la bufala si deve dimettere. Se ci sono altri magistrati che sono in possesso dell'intercettazione tra Crocetta e Tutino, la cui esistenza è stata smentita dalla Procura di Palermo, che lo dicano. L'incertezza crea un clima insopportabile. Se quelle Procure non le tirano fuori in modo trasparente allora si tratta di uffici che non fanno il gioco dello Stato”.
Questo pomeriggio a parlare è stato il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, dopo l'indiscrezione che si era diffusa sulla presenza dell'intercettazione in un fascicolo aperto sui rapporti tra Tutino ed alcuni pm palermitani. “L'intercettazione tra Crocetta e Tutino non è agli atti della Procura di Caltanissetta. Se avessimo un'indagine su Tutino e quella conversazione, lo sapremmo”. “Posso pensare - ha proseguito Lari -, ma è solo una mia ipotesi, che quella intercettazione, posto che esista, possa essere stata captata in maniera illegale. In questo caso, ovviamente, il giornalista ha il dovere di capire se è così, anche se non è facile”. Dichiarazioni che infittiscono ulteriormente il mistero di questa “intercettazione fantasma” che, a prescindere dall'esistenza, non cancella il clima di ostilità e pressioni che la Borsellino ha vissuto durante il proprio assessorato. Un clima che la stessa Borsellino denunciò in un esposto in Procura, lo scorso anno. L'ex assessore alla Sanità, interrogata dai pm Leonardo Agueci e Luca Battinieri nel dicembre 2014, alla domanda se le risultassero “sollecitazioni al suo ufficio da parte del dottore Tutino e del Sampieri” ha risposto in maniera netta: “La mia segretaria mi ha riferito di avere ricevuto numerose telefonate da parte di Tutino nelle quali le si chiedeva appunto cosa stesse succedendo in assessorato e se si stessero assumendo delle posizioni addirittura contrarie al governo...un comportamento irrituale”. E di fronte ad uno scenario simile qualsiasi giustificazione “politica” appare misera e non condivisibile.

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