Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

zagarolodi Giuliano Girlando - 11 giugno 2015
In una corposa inchiesta tra ordinanze di Mafia Capitale e fatti che hanno riguardato la provincia di Roma, la testata online L' Osservatore Laziale ha ricostruito un filo rosso che passando per Zagarolo comune della provincia di Roma, lega Salvatore Buzzi, l'attuale presidente del consiglio regionale Daniele Leodori, mister preferenze della regione lazio per il Pd è già consigliere e sindaco di Zagarolo, segretario e consigliere provinciale del Pd e Mario Monge. Riprendendo in maniera ironica il noto film di Franco e Ciccio, possiamo affermare che Mafia Capitale riguardi davvero molto tanto la provincia quanto la capitale e questo balletto forse non è l'ultimo dei tanti balli intorno a questa vicenda.

Tutto ha inizio o almeno questa vicenda particolalre con una data, quella del 17 novembre 2013 dove Salvatore Buzzi parla con la moglie Alessandra Garrone: “Nel 1996 cominciammo con i rifiuti e non abbiamo più smesso cominciammo il 29 giugno... pensa... a Palombara e Zagarolo insieme, poi nel 1999 viene Formula Sociale, nel 2003 Eriches.. aah, i barboni li abbiamo incominciati a fà nel 2000... Da due... a cinquantasei. De che stamo a parlà ?". Due i milioni di euro che fatturava nel 1996, diventati 56 milioni nel 2013.
Dunque La coop 29 giugno di Salvatore Buzzi gestiva la raccolta dei rifiuti al centro storico di Zagarolo. Ma su queste procedure si erano sollevate importanti contestazioni finite anche nel consiglio comunale del 23 dicembre 1997 poiché era stata tolta alla ditta “Italo Australiana” la gestione dei rifiuti invece assegnata alla Coop 29 Giugno. Nel 1995 il sindaco eletto era Sandro Vallerotonda mentre Daniele Leodori nel 1996 diventa vicesindaco e sarà in carica fino al 2000 quando poi le nuove elezioni lo incoroneranno sindaco per due mandati consecutivi.
In quel consiglio di fine dicembre 1997 il sindaco convoca a fine consiglio i capi gruppo su richiesta avanzata della ditta Italo Australiana (estromessa dalla raccolta rifiuti del centro storico) che chiedeva gli arretrati ed adeguamenti del vecchio contratto, che per l’azienda ammontavano a 1.300 milioni e poi scesi per magia a 200 milioni e si decise la liquidazione della ditta in via definitiva. Ma il dubbio che emerse poi, anche messo nero su bianco nei giornali di allora, che il nuovo appalto commissionato sia alla ditta Italo Australiana e la Coop 29 Giugno solo il centro storico, non aveva prodotto alcun vantaggio se non pagare quanto prima un servizio che diventava meno efficiente e senza le innovazioni della raccolta differenziata.

Ma In data 7 dicembre 2014 sul Corriere della sera si leggeva: “Non c’è solo il Campidoglio, naturalmente. Anzi, nel commentare le regionali, Carminati fa cenno al fatto che «oltre al Gramazio il sodalizio avrebbe vantato anche la conoscenza del “più votato” dello schieramento di sinistra». Sarebbe Daniele Leodori (Pd), presidente del consiglio regionale che smentisce: «Non conosco né Carminati, né Buzzi. Ho già sporto querela».

Daniele Leodori affermava di non conoscere Salvatore Buzzi, ma lo stesso era il primo gestore dei rifiuti proprio a Zagarolo quando era vice Sindaco, e che tra l’altro aveva sollevato un vespaio proprio con la sostituzione della Italo Australiana, infatti le due ditte spartendosi la location dei rifiuti non avrebbero né migliorato il costo per la collettività e a quanto pare, dalle affermazioni sui giornali, diminuendo invero servizi al cittadino.
Nell’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Flavia Costantini del Tribunale di Roma vengono trascritte le intercettazioni che fanno emergere i legami tra l'attuale Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori e Salvatore Buzzi ma soprattutto con Mario Monge, quest'ultimo presidente della Sol.Co definito il re del business dei migranti e dei cassonetti gialli, arrestato pochi giorni fa, che sembra invece conoscere molto bene il presidente del Consiglio regionale del Lazio.
Va dato atto a questa coraggiosa testata online di aver già tracciato lo scenario ipotetico prima che uscissero le prime ordinanze di Mondo di Mezzo, più conosciuta come Mafia Capitale e proprio grazie a questi giornalisti locali scopriamo un quadro sulla provincia di Roma assurdo.

Visita: osservatorelaziale.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos