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alfano-angelino-web5Interrogazione parlamentare del senatore “cinque stelle” Santangelo
di Sara Donatelli - 15 gennaio 2015
E’ il 3 dicembre 2014 quando il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo presenta in aula un’interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa con la quale chiede di sapere quali siano le differenti tipologie di bomb jammer in dotazione all’esercito italiano impegnato nei differenti teatri di guerra (in particolare quello afghano), quale sia il grado di nocività di tali dispositivi per la condizione fisica dei militari e quali studi siano stati condotti in merito a questo dato. Circa due settimane dopo, il 18 dicembre 2014, il sottosegretario del Ministero della difesa, Gioacchino Alfano, risponde a tale interrogazione, confermando l’utilizzo in ambito militare di bomb jammer di piccola e media potenza, proprio perché in seguito a studi specifici ne è stata provata la non nocività per la salute dei militari e dei cittadini.

Ottenuta questa risposta, il senatore pentastellato decide allora di presentare un’ulteriore interrogazione parlamentare, questa volta però rivolta al Ministro degli Interni, Angelino Alfano. Lo stesso ministro che nel dicembre del 2013, nel corso dell'audizione in Commissione parlamentare antimafia, aveva riferito: "noi l’abbiamo già reso disponibile, salvo un’accurata verifica tecnica. Essendo dotato di una forte potenza elettromagnetica, può produrre effetti collaterali molto significativi alla salute e, quindi, è assolutamente da studiare."; per poi rimangiarsi tutto il 27 novembre 2014  "Il pm Nino Di Matteo è un uomo superprotetto dallo Stato. Ma si è parlato con troppa superficialità di bomb jammer. E' un dispositivo che si usa soprattutto nei teatri di guerra o in casi specifici. Nessuno può immaginare che se passa la macchina di Di Matteo si disattivino le apparecchiature di un ospedale o il pacemaker di un anziano per strada".  

Nella nuova interrogazione parlamentare, presentata ieri in Senato, Santangelo ricorda il grande rischio al quale è sottoposto il PM Antonino Di Matteo che insieme alla sua scorta rischia ogni giorno di saltare in aria.

Tutti conosciamo le dichiarazioni del neopentito Vito Galatolo che settimane fa ha parlato della presenza di un carico di tritolo, ancora oggi non rinvenuto, nascosto in diversi punti di Palermo e che servirebbe proprio ad uccidere il magistrato. Se da un lato dunque è stato giustamente innalzato il livello di sicurezza per il PM dall'altro non sono minimamente diminuiti i rischi per la sua incolumità e dei suddetti test sul dispositivo elettronico non si è più avuta alcuna notizia. Per tale motivazione Santangelo ha chiesto di sapere se il Ministro Alfano, visto l'utilizzo da parte dei contingenti militari italiani di bomb jammer di piccole e media potenza,  non nocivi per la salute  e conformi alle normative vigenti,  non ritenga di dotare con urgenza il dottor Di Matteo e la sua scorta del dispositivo "bomb jammer". “Quali sono le valutazioni e le motivazioni che lascerebbero preferire di non predisporre la predetta protezione in considerazione del grave imminente pericolo di attentato a cui è continuamente sottoposto il pubblico ministero Di Matteo?” chiede in aula il Senatore.

Attendiamo adesso dunque, per l’ennesima volta, la risposta del Ministro Angelino Alfano.

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