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mori-mario-c-ansaAl Copasir l'audizione dell'ex capo del Sisde dopo la “difesa” televisiva a Ballarò
di AMDuemila - 17 dicembre 2014
Nessuna irregolarità da parte del Sisde nelle operazioni Farfalla e Rientro, attivate circa dieci anni fa insieme al Dap per avvicinare alcuni boss detenuti al 41 bis. Gli uomini del servizio non sono mai entrati nelle carceri ed il ministro dell'Interno, all'epoca Giuseppe Pisanu, è stato tenuto al corrente delle attività che, comunque, non sono andate a buon fine e sono state quindi interrotte. E' questa la difesa dell'ex direttore del Sisde, Mario Mori (in foto), che nel corso di un'audizione al Copasir, durata circa un'ora e mezzo, ha parlato del proprio operato (fu lui a sottoscrivere il protocollo farfalla con l'ex direttore del Dap Tinebra) presentando anche dei documenti a sostegno della propria posizione. Era la seconda volta che il generale veniva convocato dal Comitato. Lo scorso ottobre si era rifiutato. “E’ molto semplice - spiegò all’Ansa . Siccome l’operazione ‘Farfalla’ fa parte del processo sulla trattativa, la mia intenzione è parlarne in quel processo e non voglio anticipare le mie mosse in un’altra sede”. Poi nelle scorse settimane Mori è andato in televisione e a Ballarò ha esposto le proprie tesi difensive e pertanto il Copasir ha invitato nuovamente lo stesso.

L'ex Sisde, sempre a quanto si apprende, ha riferito che l'operazione Farfalla è stata attivata in un momento in cui c'era fibrillazione nell'ambiente carcerario, con proteste - anche striscioni negli stadi - contro il regime del 41 bis. La preoccupazione era che questi fermenti potessero preludere ad una nuova stagione stragista da parte della criminalità organizzata. Per questo motivo il Sisde decise di tenere d'occhio 8 boss reclusi: non potendoli, per legge, avvicinare, gli 007 ottennero la collaborazione degli agenti del Dap. Ma l'attività non portò ad alcun risultato e fu sospesa dopo circa un anno e mezzo (2004-2005). Diversa l'operazione Rientro, che aveva l'obiettivo di arrivare alla cattura di un camorrista latitante, Edoardo Contini, grazie alle informazioni di un detenuto, Antonino Cutolo, che però si dimostrò poi inaffidabile. Anche Rientro fu quindi chiusa. Dell'attività del Sisde nelle carceri Mori ha spiegato di aver parlato con l'allora ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, nei loro incontri periodici, anche se nei colloqui tra i due non si sarebbero fatti i nomi delle operazioni svolte nè dei boss detenuti da 'attenzionare'. Quanto al fatto che l'autorità giudiziaria sarebbe stata tagliata fuori dalle operazioni, l'ex capo del Sisde avrebbe spiegato che non c'era da parte degli 007 obbligo di riferire ai magistrati a meno che non fosse emerso - cosa che non è successa - qualche elemento particolare. Era poi il Dap che doveva avere contatti con l'autorità giudiziaria. 

Foto © Ansa

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