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de-donno-giuseppe-todaydi Aaron Pettinari - 19 novembre 2014
I due ex ufficiali del Ros convocati come testimoni assistiti. Possono avvalersi della facoltà di non rispondere, ma dovranno ascoltare tutte le domande dei pm e degli avvocati decidendo di volta in volta
Dagli incontri con Vito e Massimo Ciancimino, che diedero il via al “dialogo” con i vertici dell’organizzazione mafiosa, al fine di far cessare le stragi, agli incontri con Liliana Ferraro dopo la strage di Capaci e l’invito di quest’ultima a parlare con Borsellino proprio di quel dialogo avviato con l’ex sindaco mafioso di Palermo. Poi ancora i contatti con lo stesso giudice, ucciso il 19 luglio 1992, e l’incontro avvenuto alla Caserma Carini, il 25 giugno. Saranno questi alcuni dei temi che saranno affrontati  stamane al processo Borsellino Quater, in corso a Caltanissetta, quando sarà sentito il colonnello Giuseppe De Donno (in foto).

Quella di oggi è un’udienza nella quale avrebbe dovuto essere sentito anche il generale Mario Mori, ma quest’ultimo ha presentato una giustificazione generica di impedimento che non gli permetterà di essere ascoltato dalla Corte d’assise nissena presieduta da Antonio Balsamo. Alcune settimane fa, Mori ha rifiutato di presentarsi davanti al Copasir che gli aveva chiesto chiarimenti sul “Protocollo Farfalla”, l’accordo tra il Sisde e il Dap stipulato nel 2003. In quell’occasione Mori, che del servizio segreto civile è stato direttore, annunciò che di questi temi parlerà soltanto al processo sulla trattativa Stato-mafia, nel quale è imputato per violenza a corpo politico dello Stato.

I silenzi in aula e l’intervento di Repici
I due ufficiali dell’Arma erano già stati citati, lo scorso febbraio, come testi della Procura. In quell’occasione entrambi vennero sentiti in qualità di imputati di procedimento connesso (i due ex ufficiali sono sotto processo a Palermo nell’ambito del procedimento sulla trattativa Stato-mafia), pertanto avevano deciso di non rispondere alle domande dei pm. A riaprire il capitolo dell’audizione dei due testimoni è stato l’avvocato di Salvatore Borsellino, Fabio Repici, che presentò una memoria in cui si richiedeva la revoca dell’ordinanza con la quale Mori e De Donno erano stati qualificati come imputati di reati connessi (art.210).
Ad ottobre, quindi, la Corte ha quindi disposto l’esame dibattimentale degli ex ufficiali del Ros in veste di testimoni assistiti, così come era avvenuto per un altro imputato del processo trattativa, Massimo Ciancimino. Allora al figlio di don Vito venne riconosciuta la facoltà di non rispondere qualora ritenesse che la risposta alla domanda potesse ricondurre potenzialmente ad una sua responsabilità rispetto ai capi di imputazione a lui contestati in altro procedimento. Ed è con la stessa formula che verrà sentito Giuseppe De Donno. Il quarto processo sull’attentato di via d’Amelio vede imputati, i boss Vittorio Tutino e Salvo Madonia e i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Calogero Pulci e Francesco Andriotta.

Tratto da: loraquotidiano.it

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