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genchi-c-giorgio-barbagallodi Lorenzo Baldo - 1° novembre 2014
La difesa: quei dati non erano mai stati richiesti, l’averli mantenuti in un contesto di criminalità sistemica ha arricchito l’efficacia delle sue consulenze
Il Gip Maria Pino ha rinviato a giudizio l’ex super consulente informatico delle procure di mezza Italia Gioacchino Genchi, il processo inizierà il prossimo 2 febbraio. Genchi è accusato aver detenuto illegittimamente il suo mega archivio di dati informatici e anagrafici con relativi tabulati di conversazioni telefoniche. Tutto ruota attorno alla famosa inchiesta “Why not”. L’indagine, avviata nel 2005 dall’allora sostituto procuratore di Catanzaro Luigi de Magistris, girava attorno a un personaggio chiave: Antonio Saladino, imprenditore e presidente della Compagnia delle Opere in Calabria e ai suoi svariati contatti telefonici, che, in molti casi, corrispondevano ad altrettanti presunti affari illeciti.

Per individuarli De Magistris era partito dalle dichiarazioni della super teste Caterina Merante affidandosi, in particolar modo, alle consulenze di Gioacchino Genchi, che, analizzando i tabulati telefonici di Saladino aveva tracciato una mappa dei rapporti dell’imprenditore con diversi personaggi: da Luigi Bisignani a Valerio Carducci, da Romano Prodi ad Agazio Loiero e a molti altri.

Nel settembre del 2007, quando era trapelata la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella (poi prosciolto dalle accuse), lo stesso ministro aveva chiesto e ottenuto dal procuratore generale facente funzioni di Catanzaro Dolcino Favi l’avocazione dell’inchiesta. La procura generale aveva comunque formulato pesanti accuse su quell’intreccio politico-affaristico-massonico.

A distanza di alcuni anni, quel famigerato archivio dati si è trasformato nell’atto di accusa nei confronti dello stesso Gioacchino Genchi. I pm Claudia Ferrari e Gaetano Guardì contestano all’esperto informatico di aver tenuto quegli atti invece di averli restituiti alla Procura di Catanzaro dopo l’avocazione da parte della Procura generale, che a sua volta aveva contestualmente revocato l’incarico a Genchi.

L’indagine è scaturita dal libro “Il caso Genchi” ed è sfociata in questo rinvio a giudizio. Secondo l’impianto accusatorio, alcuni dati contenuti nell’archivio dell’ex consulente informatico sarebbero poi confluiti nel manoscritto. Lo scorso 24 settembre Genchi e De Magistris sono stati condannati della X sezione penale del Tribunale di Roma a un anno e tre mesi di reclusione a conclusione del processo sull’acquisizione di utenze telefoniche di alcuni parlamentari relative al periodo in cui entrambi lavoravano su quelle inchieste di Catanzaro.

Entrambi sono stati accusati di abuso d’ufficio per aver acquisito dei tabulati telefonici di cinque parlamentari senza le necessarie autorizzazioni delle Camere di appartenenza. Poco più di tre mesi fa lo stesso il Tar di Palermo aveva, però, reintegrato in polizia lo stesso Gioacchino Genchi. I giudici amministrativi avevano annullato i provvedimenti con i quali il ministero dell’Interno aveva in un primo momento disposto la sospensione temporanea dal servizio di Genchi e poi deciso la sanzione della destituzione dal corpo della polizia di Stato.

Secondo il collegio, le dichiarazioni fatte da Genchi e i comportamenti messi in atto dal vicequestore, finito nell’occhio del ciclone per interviste e dichiarazioni rese, non sarebbero state di una gravità tale da meritare un provvedimento disciplinare. La destituzione, quindi, a detta del Tar, avrebbe violato il principio della proporzionalità. Dal canto suo Gioacchino Genchi, assistito dagli avvocati Fabio Repici e Massimo Motisi, ha evidenziato che le procure che si erano avvalse delle sue consulenze non avevano mai chiesto la restituzione di quei files. Secondo l’ex consulente informatico l’aver mantenuto il suo archivio gli avrebbe dato la possibilità di poter continuare a lavorare su quei dati per poterli confrontare con inchieste in corso. Il nuovo capitolo giudiziario nella storia del vicequestore è appena iniziato.

Foto © Giorgio Barbagallo

Tratto da: loraquotidiano.it

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