Saranno sentiti agenti dei servizi, magistrati e altri soggetti
di AMDuemila - 8 ottobre 2014
Dopo il lavoro della Commissione parlamentare antimafia e quello di due Procure (Roma e Palermo) anche il Copasir vuole investigare sulle cosiddette operazioni “Farfalla” e “Rientro”, ovvero le operazioni che hanno portato in passato agenti del Sisde, in accordo col Dap, ad avere accesso ad alcuni detenuti sottoposti al regime del 41 bis. “Alla luce di notizie di stampa e dichiarazioni pubbliche” inizieranno una serie di audizioni di appartenenti agli organismi di informazione e sicurezza, magistrati e soggetti coinvolti. A conclusione dell’indagine il Comitato parlamentare di controllo sull’intelligence riferirà urgentemente al Parlamento su relazione del vice presidente Giuseppe Esposito. Lo scorso 30 settembre il Copasir aveva audito il premier Matteo Renzi, intervenuto in luglio proprio per revocare in anticipo il segreto di Stato sul “protocollo farfalla”. Un incontro in cui si è parlato anche di altri temi come la situazione internazionale, con la minaccia dell’Isis, i foreign fighters, la Libia, l’Ucraina, i rischi interni ed il segreto di Stato.
Sulla questione interviene anche la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi: "Nella sua autonomia, la commissione Antimafia continuerà l'inchiesta avviata da tempo sulle operazioni 'Farfalla' e 'Rientro' e, più in generale, proporrò uno sviluppo e chiederò un approfondimento sui mafiosi in carcere in generale, non solo quelli al 41 bis". "Non ci saranno - assicura la Bindi - interferenze tra le due Commissioni. C'è un'ottima collaborazione e noi proseguiremo in autonomia i nostri approfondimenti". La presidente ha quindi ricordato che "la desecretazione degli atti relativi alle operazioni Farfalla e Rientro è avvenuta proprio grazie alle nostre richieste ed ora siamo interessati a conoscere quali siano stati i risultati delle due operazioni e vogliamo anche capire se, dopo la nuova legge sui servizi del 2007, tutto ha ripreso a funzionare in maniera corretta oppure no riguardo agli accessi in carcere da parte degli appartenenti ai servizi". Chiaro il riferimento all’indagine che sta conducendo la procura di Palermo su due agenti dell'Aisi che, spacciandosi per avvocati, hanno incontrato in carcere il capomafia di Bagheria (Palermo) Sergio Flamia, fra il 2008 e il 2012 ovvero dopo la conclusione di 'Farfalla e 'Rientro’.