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di Pietro Orsatti e Floriana Bulfon* - 3 luglio 2014
Claudio Fava: “Un omicidio che ricorda quello Pecorelli”
A Roma sembrerebbe saltato il banco. Questa mattina. Cade, nell'appartamento sulla Camilluccia dove era agli arresti domiciliari, un pezzo da novanta. Silvio Fanella, 41 anni, uno degli imputati condannati del processo sulla vicenda Telecom Italia Sparkle – Fastweb considerata una delle operazioni più colossali di riciclaggio mai scoperte nel nostro paese. Fanella uomo di fiducia di Gennaro Mokbell. Di più, il suo cassiere. “Questo omicidio sembrerebbe richiamare addirittura quello di Pecorelli – dichiara a caldo il vicepresidente della Commissione Antimafia Claudio Fava -. Un'esecuzione in cui la vittima è uomo di raccordo fra ambienti della criminalità organizzata, della massoneria, di pezzi deviati di apparati dello Stato e dell'estrema destra eversiva”.
Basta leggere il capo di imputazione per il quale Fanella è stato condannato per capire di chi si tratta e della gravità dei fatti di questa mattina, accusato di aver “organizzato, diretto e controllato, con altri, il materiale trasferimento delle somme indebitamente sottratte all’erario e il relativo reinvestimento in attività lecite ed illecite, il controllo delle attività investigative in atto, l’assistenza alle famiglie degli associati che si erano allontanati dal territorio nazionale, l’intestazione fittizia di beni riferibili all’associazione medesima in Italia e all’estero, la movimentazione di somme e preziosi in Italia e all’estero e il rientro nel nostro Paese dei capitali illecitamente acquisiti, ai fini del loro reinvestimento e in particolare ai fini dell’acquisto di immobili, attività commerciali, preziosi e altri beni”.
“La procura di Roma, da quello che è emerso finora dalla loro attività e dalle audizioni specifiche in commissione, sembra aver ben chiaro – prosegue Fava – la complessità della situazione romana, la presenza sempre più forte e radicata delle mafie e in particolare della 'ndrangheta e della presenza di personaggi ricollegabili alla vecchia banda della Magliana e a ambienti dell'eversione nera”. Ambienti, quelli di estrema destra, da cui proviene Gennaro Mokbel, il capo di Fanella, e ambienti della criminalità calabrese proprio nella vicenda del maxi riciclaggio Telecom Italia Sparkle – Fastweb hanno giocatoun ruolo tutt'altro che marginale.


Ma per capire cosa sta accadendo a Roma è necessario analizzare anche la dinamica dell'omicidio di questa mattina che mostra più di un lato oscuro. Via Gandolfi 9, zona della Camilluccia. Quartiere della Roma bene. Via Gandolfi 9, urla e spari. In tre sarebbero saliti al quarto piano, su fino all’appartamento dove Silvio Fanella abitava con la cugina e i figli di lei, e avrebbero aperto il fuoco. Fanella muore ucciso da un commando in una assolata mattinata di luglio.
Poco più in là a terra Giovanni Battista Ceniti, 29 anni, originario di Genova. Uno dei tre uomini del commando. A sparargli pare sia stato proprio Fanella che era agli arresti domiciliari, ma con una pistola.
Ceniti è  ricoverato al policlinico Gemelli in gravissime condizioni. Ceniti, forse un uomo di CasaPound, ma Gianluca Iannone si è affrettato a precisare: “un giovane con quel nome era stato espulso dall'organizzazione di estrema destra qualche anno fa per condotta non adatta al movimento. L'abbiamo cacciato più di 3 anni fa e il suo gruppo venne sciolto, ma non era un dirigente, solo responsabile di una zona in provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Aveva comportamenti poco seri. Ma forse si tratta di un caso di omonimia”. Gli altri due killer sono riusciti a fuggire a bordo di un'auto, una Croma bianca, poi risultata rubata e ritrovata in Via Premuda, non lontana dalla Corte d’Appello.
In base a quanto emerso da una indagine della Procura di Potenza che indagava su alcuni soggetti vicini ad un clan della malavita della zona, alcuni mesi fa tre giovani lucani erano stati reclutati per sequestrare Fanella. Progetto che però non era andato a buon fine. L'uomo assassinato oggi avrebbe dovuto partecipare ai funerali di uno dei legali che sin dall' inizio del caso riciclaggio lo aveva seguito, un anziano penalista che nei giorni scorsi si è tolto la vita.
L'omicidio Fanella apre nuovi e terribili scenari. Sono saltati i rapporti fra pezzi della criminalità e dell'eversione romana e le 'ndrine? Siamo davanti a un regolamento di conti all'interno dell'estrema destra? E in tutto questo dove sono ora posizionati gli esponenti di quest'area politico eversiva che giocarono un ruolo negli anni '70 e '80 anche con la banda della Magliana?

* Autori di Grande Raccordo Criminale, Imprimatur editore.
www.granderaccordocriminale.wordpress.com

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