di AMDuemila - 26 febbraio 2014
E' in corso a Roma davanti al Ministero dell'Interno il sit-in dei testimoni di giustizia per chiedere un incontro con il Ministro dell'Interno Angelino Alfano. Si sono incatenati per protestare contro il silenzio delle Istituzioni che troppo spesso abbandonano quei cittadini impegnati nella lotta alla mafia. "Lo Stato ci poteva evitare quest'altra umiliazione, oggi siamo qui per riacquistare la nostra dignità" - commenta Ignazio Cutrò, presidente dell'associazione testimoni di giustizia, e parlando di una buona parte dello Stato dice: "Con i loro silenzi, i loro sotterfugi, le loro non applicazioni stanno lanciando un messaggio negativo, siamo costretti a combattere contro la burocrazia" e spiega che: "C'è la magistratura e le forze dell'ordine che sono come una famiglia e poi c'è la politica invece, quella che potrebbe fare e non fa, quella che potrebbe dire e non dice".
Oggi i testimoni di giustizia sono a Roma per chiedere di poter continuare a fare la loro lotta contro la mafia ma non da soli: "Noi diciamo sempre agli imprenditori, denunciate, denunciate è una questione di dignità, denunciate per i vostri figli". Assieme a lui è presente anche un imprenditore di Tropea, testimone di giustizia che chiede che gli venga data la possibilità di riaprire il proprio sito di vigilanza a Tropea che ha dovuto chiudere perché si è opposto alla mafia. "Io chiedo di essere ascoltato perché ho mandato varie e-mail con le dovute documentazioni al Ministero dell'interno ma non mi hanno mai risposto".
Aggiornamento news
Testimoni di giustizia: quando per i propri diritti ci si incatena davanti al Viminale
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