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di-matteo-c-dario-riccobono-2Il coordinatore di Addio Pizzo: “Da Palermo risposta confortante, ma c’è ancora tanto da fare”
di Miriam Cuccu - 10 febbraio 2014 - Fotogallery all'interno!
Prosegue il presidio permanente di “Scorta civica”, il movimento di semplici cittadini e associazioni antimafia che da lunedì al venerdì presenziano di fronte al Tribunale di Palermo, sostenendo i magistrati che si occupano della trattativa e destinatari di minacce di morte. Questa mattina il sostituto procuratore Nino Di Matteo, pm di punta del processo, ha ringraziato tutti i presenti e coloro che in prima persona si sono schierati apertamente dalla parte dei magistrati che cercano la verità sui rapporti tra Stato e mafia. “Questa mattina erano presenti molti cittadini, inclusa una classe dell’Istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III di Palermo” ha dichiarato Daniele Marannano, coordinatore di “Addio Pizzo”, una delle associazioni che si è fatta promotrice di “Scorta civica”. “Quello che sta accadendo in queste settimane – ha continuato – dimostra che una parte della città è davvero vicina ai magistrati della Procura di Palermo”, per questo “bisogna proseguire con ostinazione, come del resto stanno già facendo i magistrati, affinchè la mobilitazione possa diventare di massa”.

Le associazioni che appoggiano il presidio permanente, oltre ad “Addio Pizzo”, sono le “Agende Rosse”, il movimento fondato da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D’Amelio il 19 luglio ’92, “Professionisti Liberi”, “ContrariaMente”, “Anpi”, “Azione Civile”, “Io mi arruolo”, “Muovi Palermo”, “Legalità è Libertà”, “Comitato 23 Maggio” e “Cittadinanza per la magistratura”. A queste sigle si sono aggiunte “Associazione nazionale familiari vittime di mafia”, “Centro siciliano di documentazione Impastato”, “Liberi Sempre”, “Antimafia Duemila”, “La freccia di Abaris”, “Giovani Idv”, “Libero Futuro”, "Associazione Il Senso della Vita", "Rotaract Palermo Sud", "Legalità è Libertà", "A.O.P.C.S.", "Ruota Libera", "Fondazione FIDAPA Onlus", “Aiace” ed altre ancora che stanno aderendo insieme a tanti semplici cittadini. “La risposta è sicuramente confortante – ha commentato ancora Marannano – ma è chiaro che bisogna lavorare di-matteo-c-dario-riccobonotanto perché si possa registrare una vera e propria mobilitazione di massa. Siamo ancora un’avanguardia, è inutile nascondercelo, un’avanguardia che però è sempre più consapevole e sensibile ed è necessario che cresca”. Per questo “I cittadini devono maturare la consapevolezza che la lotta al sistema di potere mafioso è qualcosa che non può più essere delegato all’autorità giudiziaria e agli organi investigativi. Dal superamento del sistema di potere mafioso dipendono le sorti sociali, economiche e culturali del paese e quindi di ciascuno di noi”. È dunque fondamentale, oggi più che mai “che non prevalga l’idea che attorno a chi sta lavorando per accertare determinati fatti accaduti in questi anni ci sia un clima di isolamento”. È anzi indispensabile che tutta la società civile, in un momento nel quale è in corso il processo per la trattativa (duramente osteggiato da certa stampa e certa politica) dimostri la sua vicinanza ai pm di Palermo verso i quali Totò Riina manda inquietanti messaggi di morte dal carcere. Ma oltre a questo, ha concluso il coordinatore di Addio Pizzo, “è fondamentale che la gente faccia la propria parte quotidianamente, partendo dalle piccole cose, come il sostegno di quegli operatori economici che in questi anni hanno trovato la forza e il coraggio di liberarsi dal fenomeno dell’estorsione”. Alla guida di Addiopizzo sono attualmente oltre 800 gli imprenditori che hanno aderito, scegliendo di ribellarsi al racket di Cosa nostra.

Foto © Dario Riccobono

FOTOGALLERY © Pasquale Florio
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