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seccia-domenico1di Raffaele Vitali - 28 novembre 2013
Quello del Procuratore della Repubblica è un richiamo generale, a una terra che deve svegliarsi e smettere di vedersi meglio di quello che è: “Pertanto il livello di guardia va sempre alzato, sia dal punto di vista della sicurezza sia da quello dell'attività giudiziaria che soprattutto sociale”.
Porto San Giorgio (Fm). “Criminalità organizzata nel Fermano. Dispiace dirlo, ma in questo mese e mezzo che sono qui ho visto delle cose che mi preoccupano”. Un punto che il procuratore capo Domenico Seccia, ha sottolineato durante l’incontro con gli studenti al teatro di Porto San Giorgio, è quello del radicalmente di numerosi collaboratori di giustizia: “Un fenomeno particolare perché si rischia di fare la fine del confino con i mafiosi che sono stati portati al nord tentando di allontanarli dalla loro terra di origine senza sapere che il loro Dna è perverso e tale da radicarsi nei nuovi territori, soprattutto se producono ricchezza”.

Quello del Procuratore della Repubblica è un richiamo generale, a una terra che deve svegliarsi e smettere di vedersi meglio di quello che è: “Pertanto il livello di guardia va sempre alzato, sia dal punto di vista della sicurezza sia da quello dell'attività giudiziaria che soprattutto sociale”. Per cambiare la società, fondamentali sono i giovani, per questo Seccia continua a incontrarli sul territorio. Una sceseccia-psg-biglta precisa la sua, per insegnare e sensibilizzare i cittadini del futuro. quelli che non devono neppure avvicinarsi al mondo della criminalità: “Per battere la mafia non basta la giustizia, la polizia. Occorre l’aiuto della società, dei residenti. Servono coscienze pulite e pronte a reagire. Io vengo qui perché sono convinto di trovare di fronte a  me menti da formare, pronte a recepire il buono”. Parla di pedagogia dell’antimafia il procuratore che spiega anche la differenza che c’è all’interno della mafia, tra quella che vive nella violazione della legalità, e quella tradizionale, violenta e legata all’omertà e alle intimidazioni. “La mafia si sconfigge, ma serve la coscienza civile. Dove ci sono rispetto delle regole e delle istituzioni, la mafia non vince”.

L’incontro, voluto dal Roatary Club e dal Comune, si è poi aperto al dibattito con gli studenti che hanno puntato il dito sulla classe politica, simbolo per tanti dell’illegalità. Il procuratore non si è tirato indietro: “Il voto è il nostro momento in cui incidere. Non dimentichiamolo. Quando votiamo, anche noi possiamo influire, decidendo se qualcuno è legale o no”.

Tratto da: laprovinciadifermo.com

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