di Gabriella Gallozzi
«È tutta la vita che combatto la mafia, ottenere adesso una casa confiscata alla mafia mi sembra un bellissimo riconoscimento». È un Beppe Ferrara (foto) emozionato, ma finalmente più sollevato quello che ieri ha ricevuto la notizia che il Comune di Roma gli assegnerà al più presto un alloggio di quelli confiscati alla mafia. Davvero un «bel riconoscimento» come dice lui stesso per un regista che il cinema l'ha sempre inteso «contro». Contro le collusioni tra stato e mafia, soprattutto (Il sasso in bocca, il suo esordio nel '70, poi Giovanni Falcone), contro i servizi deviati (Segreto di Stato), contro i poteri forti (I banchieri di Dio), contro il terrorismo (dal Caso Moro a Guido che sfidò le Brigate Rosse). Quel lato oscuro dell'Italia, insomma, che oggi, almeno in parte, è cronaca giudiziaria ma che allora era materia incandescente capace di bruciare chiunque volesse metterci le mani. Lo sa bene Ferrara che ora, ad 81 anni, si trova ancora a pagare il coraggio delle sue scelte così intransigenti. Malato e in gravi difficoltà economiche il regista è sotto sfratto e proprio ieri mattina ha dovuto far fronte all'ennesima visita dell'ufficiale giudiziario pronto a metterlo fuori dall'appartamento di viale delle Medaglie d'oro, a Roma, dove vive.
Stavolta però Beppe Ferrara non era solo. Con lui un nutrito gruppo di amici e familiari solidali. Elvira Giannini, interprete di Guido che sfidò le Brigate Rosse, il regista Gianni Minello e, ancora, un altro autore «combattente» come Silvano Agosti che si propone, nel suo stile, di offrire accoglienza a Ferrara nel suo Azzurro Scipioni, storica sala capitolina. Determinante l'intervento di Daniele Ozzimo, assessore capitolino alle politiche abitative che arriva con l'offerta dell'appartamento confiscato alla mafia. Mentre l'avvocato di Ferrara riesce anche a strappare una proroga allo sfratto di quaranta giorni. Una boccata di sollievo, insomma. Che, però, risolve soltanto in parte la situazione critica in cui versa il regista. È da mesi, infatti, che circola un appello - anche l'Unità lo sostiene - per il riconoscimento della Bacchelli a Beppe Ferrara, il vitalizio concesso dallo Stato alle personalità che allo Stato, tanto hanno dato in termini d'arte e cultura. Tra i firmatari della richiesta anche l'Anac, la storica associazione degli autori cinematografici: «Ferrara versa in condizioni economiche molto critiche - si legge nella nota -. Ciò è dovuto al fatto che le scellerate leggi in vigore nel nostro settore, non permettono - ed il caso di Beppe è molto, troppo, ricorrente tra gli artisti italiani - a chi ha speso tutta la sua vita per dare lustro internazionale al nostro Paese, di godere di una pensione adeguata a condurre una vecchiaia almeno dignitosa». La richiesta al momento è in istruttoria.
29 ottobre 2013
pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 10) nella sezione "Cronaca italia"
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Al regista Beppe Ferrara l'intera redazione di ANTIMAFIADuemilaesprime la propria vicinanza e solidarietà. Accogliamo con grande soddisfazione la decisione di assegnargli una casa confiscata alla mafia e ci auguriamo che lo Stato si attivi per riconoscergli anche la "Bacchelli".