a cura di Piero Innocenti - 31 ottobre 2013
Negli Stati Uniti d’America, “La cosa nostra”, nonostante il centinaio di arresti del FBI di due anni fa, continua ad essere la più potente e temibile organizzazione mafiosa con collegamenti saldi con altre strutture criminali ma con un legame, sempre stretto, con la mafia siciliana. Presenti in almeno 19 Stati della federazione,sono ancora le storiche famiglie dei Gambino, Colombo, Bonanno, Genovese, Lucchese ( nel tempo si sono aggiunte quelle dei De Cavalcante, Scarfo, Patriarca) ad esercitare la loro egemonia nel panorama criminale americano. Uno scenario, in realtà, molto dinamico, dove alla presenza, ingombrante, dei cartelli messicani, si sono venuti aggiungendo diversi gruppi criminali cubani, vietnamiti, cinesi, giapponesi, russi, dominicani e decine di migliaia di giovani e giovanissimi ( un recente rapporto del Fbi si parla di 1,4 milioni) che compongono le “street gangs”, le “prison gangs” e le “outlaw motorcycle gangs. Molte di queste bande (Mongols, Outlaw, Pagans, Vagos, Wheels of Soul), oltre allo spaccio di stupefacenti si dedicano al traffico di esseri umani, allo sfruttamento della prostituzione, alla contraffazione e alle frodi informatiche. Sono emerse anche alleanze operative con gruppi della criminalità organizzata asiatiche, del centro sud americane, italiane, albanesi e russe. Nel 2010, solo per citarne una, al termine di un’indagine che portò all’incriminazione di 34 membri della mafia dei Lucchese in New Jersey, si accertò che si avvalevano dei componenti della Nine Frey Gangsters Blood per introdurre nella prigione di East Jersey State, droga e cellulari per i mafiosi carcerati. Un altro aspetto che desta non poca preoccupazione è la rilevata presenza, accertata negli ultimi anni, di membri delle gangs all’interno delle forze armate americane. L’Fbi parla di presenze, riconducibili a ben 53 diverse bande, in reparti impiegati in teatri sensibili sia in territorio americano che all’estero. Con l’ulteriore, non trascurabile particolare, che queste persone, una volta terminato il servizio in armi, trasferiscono le “competenze” acquisite in tecniche di combattimento, nel maneggio delle armi e nel confezionamento di ordigni esplosivi, agli altri componenti della gang.
Tra le bande a base etnica vengono segnalate quelle somale ( di recente aggregazione), composte da profughi di guerra, presenti, soprattutto, nelle zone confinarie a nord e a sud del paese, i cui identificativi fanno riferimento alle tribù di provenienza. Anche quelle sudanesi, tra cui spicca la African Pride, sono particolarmente pericolose e violente e si sono insediate negli Stati dello Jowa, Minnesota, Nebraska Nord e Sud Dakota. Di provenienza caraibica ed esperti in omicidi, rapine, furti in abitazione, i Trinitarios dominicani e i Dominican’s Don’t Play. Questi ultimi noti per la brutalità dei crimini commessi utilizzando i machete si sono espansi nel Michigan, Florida e Pensylvania. Specializzate nello spaccio di droghe, nel traffico di armi e nelle rapine, le bande haitiane sono attive nel Texas e nell’Indiana. Tra le più violente vengono segnalate le Haitian Boys Posse e Custer Street Gang. La piazza di Miami è, invece, degli Zoe Pound, formata dai figli degli immigrati haitiani. Completano il panorama del banditismo americano, i giamaicani con gli Shower Posse e gli Spangler Posse particolarmente attivi in California, Maryland, Missouri e New Jersey. Lungo l’elenco delle bande che hanno collegamenti stabili con le cellule dei cartelli messicani presenti negli Usa: Barrio Atzeca, Barrio Westside, Black Guerrilla Family, Bloods, California Mexican Mafia, Crps, Hardtimes 13, Happytown Pomona, Hells Angels, Hermnos de Pisoleros latinos, La Nuestra Familia, Latin Kings, Lennox 13, Mexican Mafia, Mara Salvatrucha MS 13 ( nota anche in Italia, si ricorderà la recente operazione di polizia svolta a Milano) e così via fino ad arrivare ad aggregazioni razziste come White Supremacist e Aryan Brotherood.
Ci sono, poi, le “gangs ibride”, non tradizionali, con una componente femminile di tutto rispetto, composte da giovanissimi non riconducibili ad una etnia specifica e che possono passare con facilità da un gruppo criminale ad un altro non essendo la “fedeltà” un elemento importante. Tra queste si segnalano i Juggalos, particolarmente attivi in Arizona, Utah e Pensylvania, in furti, azioni non particolarmente violente, atti vandalici, uso di stupefacenti. Un problema serio, dunque, quello della sicurezza pubblica negli Usa che, con gli altri temi della politica economica, fiscale e dello spionaggio, rappresenta un bel grattacapo per il presidente Obama.
Tratto da: liberainformazione.org