di Giorgio Bongiovanni - 7 luglio 2013
Il gip di Ferrara ha concesso gli arresti domiciliari a Massimo Ciancimino finito in carcere a fine maggio scorso per evasione e frode fiscale. L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, comprende un procedimento della Procura di Ferrara in merito ad alcuni episodi nei quali Massimo Ciancimino avrebbe evaso il fisco, tra il 2007 e il 2009, nella sua attività di trader. L'operazione nel quale è coinvolto il figlio di don Vito aveva portato all'arresto di tredici persone, nove in carcere e quattro ai domiciliari, per aver pianificato una frode fiscale nel campo del mercato di metalli ferrosi con la società Errelle srl. A Ciancimino viene contestata un'evasione di circa 30 milioni di euro, riferita al periodo in cui viveva in Emilia-Romagna, periodo nel quale era amministratore della Errelle srl, nonché al vertice dell'organizzazione.
L'arresto era avvenuto tre giorni dopo l'apertura del processo sulla trattativa Stato-mafia in cui ricopre il doppio ruolo di imputato e testimone fondamentale per l'accusa.
I legali del figlio dell'ex sindaco di Palermo, Roberto D'Agostino e Francesca Russo, avevano sin da subito evidenziato la tempistica “Guardacaso, a distanza di quattro anni dai fatti, l'arresto viene ordinato all'indomani dell'apertura del processo Stato-mafia. E poi è stato lo stesso Ciancimino a fare agli investigatori il nome della società che lo aveva truffato”. Nei giorni scorsi, secondo quanto raccontano i legali, Ciancimino ha chiarito la sua posizione e ha offerto ai magistrati “importanti spunti d’indagine”. E per questo motivo si sarebbero aperte le porte del carcere del Pagliarelli.