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rostagno-mauro-unita-webL’esito della super perizia tra alcune certezze permangono delle ombre
di Rino Giacalone - 18 maggio 2013
L’imputato Vito Mazzara conclamato sicario della mafia trapanese è alla sbarra del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno inchiodato, secondo la Dda di Palermo, dalla prova rappresentata da alcune coincidenze tra questo delitto, sia nell’esecuzione, sia nella fase della preparazione, con altri omicidi di mafia per i quali oggi sconta ergastoli. La comparazione sui reperti balistici ad avviso della polizia scientifica sostiene questa tesi, i consulenti della difesa hanno opposto ragioni ritenute alla fine valide dai giudici della Corte di Assise che hanno deciso di approfondire gli aspetti dell’accusa quanto della difesa affidando a dei “super periti” l’esecuzione di nuovi esami.

rostano-periti0L’esito di questa perizia da una prima lettura non è stato a favore dell’accusa. Impossibile parlare di coincidenze nei reperti balistici messi a confronto. Ma quando i due periti, il maggiore dei Ris Emanuele Paniz e il perito catanese Santi Gatti, sono stati sentiti mercoledì scorso nell’aula bunker Giovanni Falcone dove si tengono le udienze di questo processo, la sicurezza esposta nella perizia depositata non possiamo dire che si sia fatta completamente più debole, ma certamente non è risultata del tutto solida. I dubbi sulla comparazione non sono una novità, sebbene prontamente qualcuno, recependo l’input della difesa, ha sbandierato la già quasi certa assoluzione dell’imputato Mazzara. In forza di questi dubbi il Tribunale del Riesame di Palermo a suo tempo aveva annullato la misura cautelare per Mazzara, ma la Dda di Palermo aveva insistito, ottenendolo dal gup, nel rinvio a giudizio dell’ex campione di tiro a volo, Mazzara con i fucili ci sa fare tanto da avere indossato la casacca azzurra, ma andava ad rostano-peritiesercitarsi sparando ai “cristiani” come hanno raccontato diversi collaboratori di giustizia e come dicono diverse sentenze da tempo oramai definitive. Dalla super perizia, insomma, non sembra davvero potersi dire che sia arrivata la parola fine sulle prove balistiche. E non è nemmeno vero che non se ne siano aggiunte prove, al di là dei riscontri balistici, a carico degli imputati, l’altro è Vincenzo Virga, conclamato capo del mandamento mafioso di Trapani, anche lui in cella a scontare ergastoli. Tra le “certezze” espresse dai due periti quella che l’omicidio di Mauro Rostagno “non è stato un delitto raffazzonato” come incredibilmente vennero a dire i carabinieri che vi indagarono e che così volevano spiegare il perché da subito non fu seguita la pista mafiosa.

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