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muos-damage0di Daniela Sammito - 19 aprile 2013
Dal presidio permanente di contrada Ulmo è partito un altro allarme, una chiamata a rinforzare il blocco per impedire l’ingresso alla base di mezzi scortati dalle forze di polizia. Gli attivisti sono riusciti finora a bloccare l’accesso ad un gruppo di operai e tecnici.
Come si temeva, l’unica revoca realmente efficace, nonostante la Regione ne abbia formalizzata una il 29 marzo, è ancora, e soltanto, quella “dal basso”.

Di fatto, sono i corpi degli attivisti, dei membri dei Comitati di base No MUOS, delle mamme, degli studenti e dei pensionati di Niscemi ad opporsi alla prosecuzione dei lavori di installazione del MUOS, non il documento prodotto dall’Assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, di cui agli USA pare importare ben poco.

L’ assessore Mariella Lo Bello, in una nota stampa pubblicata ieri sul suo blog, ha chiesto chiarimenti al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore della Sanità, per la mancata convocazione del professor Massimo Zucchetti, del dottor Antonio Sansone Santamaria e del dottor Mario Palermo – esperti proposti dalla Regione Sicilia in occasione della riunione tenutasi a Roma il 21 marzo – nelle prime sedute del tavolo tecnico per la valutazione dell’impatto ambientale e sanitario del sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS.

Iniziativa, questa, salutata con gratitudine dallo stesso professor Zucchetti, a cui dobbiamo la prima relazione – scritta insieme al dottor Massimo Coraddu, su incarico del Comune di Niscemi – sui rischi, per la salute degli esseri umani e per l’ecosistema, dei campi elettromagnetici sviluppati dalla stazione terrestre del MUOS.

Nella nota dell’assessore Lo Bello si legge però che “i lavori per l‘installazione del MUOS di Niscemi al momento sono fermi per effetto della revoca delle autorizzazioni da parte dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente. Il Governo nazionale ha assicurato che l’eventuale installazione delle parabole non avverrà prima che siano disponibili i risultati dello studio approfondito di valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità”.

Così è come dovrebbe essere, ma i fatti di questa mattina dimostrano che la realtà è ben diversa. E gli attivisti che presidiano la Sughereta – la splendida riserva naturale che dovrebbe ospitare il MUOS e dove è già in atto lo scempio delle quarantasei antenne del sistema NRTF-8 – diffidano da queste promesse.

“Già altre volte sono entrati mezzi e persone che ci dicevano essere destinati alla manutenzione delle preesistenti antenne NRTF-8. Poi, abbiamo visto coi nostri stessi occhi che, in realtà, lavoravano nel cantiere del MUOS. Come facciamo a fidarci?”. Questa è la legittima domanda di Peppe Cannella, del Comitato di base di Modica, il quale solleva un’altra questione, collegata al MUOS e non secondaria ad esso per pericolosità: “Sono stati resi pubblici, in questi giorni, alcuni rilevamenti effettuati dell’ARPA a Niscemi. Ne emergono livelli di inquinamento elettromagnetico di molto superiore ai limiti massimi consentiti. Anche le antenne NRTF-8, presenti a Niscemi dal 1991, devono essere smantellate. Questo è l’altro principale obiettivo del Movimento No MUOS”.

Tratto da: ilclandestino.info

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