di Giovanna Maggiani Chelli - 23 ottobre 2012
Deve esistere un movente, oltre il 41 bis di facciata, ampiamente emerso dai processi di Firenze. Noi abbiamo sempre combattuto per non far abolire il 41 bis alla mafia stragista. Ma non sta in nessuna logica che uomini appartenenti al governo di quel 1993 si siano adoperati tanto solo ed esclusivamente intorno al 41 bis, se non quale deterrente per ammorbidire la mafia.
Perché questo? Affinché non emergesse il vero movente delle stragi?
È una domanda che ci perseguita da sempre.
Oggi, a 20 anni di distanza, ecco che un soggetto come Rosario Cattafi che compare come nominativo in varie indagini sul traffico delle armi, arrestato nel luglio scorso, si mette a parlare improvvisamente di trattativa fra Stato e mafia.
Abbiamo letto i verbali delle sue deposizioni 4 ottobre del 2012 a Messina, il 17 Ottobre 2012 sentito dal Proc. Ingroia, e poco prima il 28 settembre 2012 sempre sentito a Messina, dai quali sembrerebbe che il soggetto sulla trattativa Stato Mafia cose ne sappia, sembra un fiume in piena mentre mette a verbale.
L’argomento è ostico, difficile, e certamente noi crediamo che verranno prese con le pinze le dichiarazioni del così detto “Saro”, che è in prigione a 41 bis. Quello che è certo è che conosce i fatti che governano la malavita italiana. Ma chissà, forse anche lui non sta tanto bene in prigione. Tantomeno a 41 bis.
Non possiamo escludere a priori nulla però. Non possiamo escludere che Pio Rosario Cataffi porterà ad un qualche risultato su quelle indagini, circa i cambiamenti all’interno del DAP ai tempi delle stragi del 1993. Indagini che hanno coinvolto in qualche misura il magistrato Di Maggio, che fu posto con intercessione delle massime istituzioni italiane a fianco del Direttore del Dap di allora Dr. Capriotti.
Non possiamo neppure escludere che possa emergere una qualche relazione tra le stragi del 1993 e forse non solo i traffici, ma la vendita delle armi, regolamentata allora in quel 1993 dalla legge 185 del 1990.
Del resto, il 12 settembre 2002 il Tribunale di Firenze Ufficio del Giudice per le indagini preliminari ha archiviato un procedimento di indagine (Procedimento n.3197/96 RNR Procedimento 100648/97 R.G GIP) dove compare il nome di Rosario Pio Cattafi, fu archiviato per infondatezza, oggi però il nome di Cattafi torna alla ribalta perché lui ha chiesto di verbalizzare.
Dopo aver segnalato anche il documento del Gico di Firenze del 1996, ennesimo documento sempre preso poco in considerazione rispetto alle stragi del 1993, e aver segnalato che sembrerebbe (e lo dobbiamo dire da voci di corridoio) che Gabriele Chelazzi fu proprio partendo da una delle tante indagini sulle armi, tutte archiviate, che sbatte sul 41 bis e la trattativa di Ciancimino, noi lasciamo questo argomento sulle armi agli esperti che sono seduti a questo tavolo.
Lo facciamo da anni ai vari Forum ai quali abbiamo partecipato sullo stesso argomento, perché non siamo preparati in tal senso, ma molto interessati, infatti siamo qui per ascoltarli quelli più esperti di noi, perché ne sanno più di noi per tutto l’impegno profuso in quella direzione.
Noi da parte nostra aggiungiamo solo una cosa. Quando nel novembre del 1996 arriviamo al Tribunale di Firenze per ascoltare Gabriele Chelazzi e i suoi colleghi, che cercano di sbrogliare la matassa per far condannare i capi di cosa nostra, Chelazzi sta già lavorando alle indagini sui concorrenti esterni alla mafia nelle stragi del 1993.
A Giovanni Brusca, durante il processo, infatti chiese: “Lei conosce tal Rosario Pio Cataffi?”.
Brusca risponde di no.
Spero che qualcuno dei presenti a questo tavolo sia in grado di dirci se è vero che Giovanni Brusca non conosceva Rosario Pio Cataffi o se invece sia vero il contrario.
A questo punto siccome ci stà che non tutti sarete il 25 ad ascoltare il convegno su 20 anni dalle stragi, mi preme toccare solo per punti citando quanto sta avvenendo in questi giorni intorno a noi e pregarvi quando sarà il momento delle domande di chiedere quello che vi sta a cuore capire da noi, perché subissarvi con il mio dire potrebbe essere solo inutile, invece se lo chiedete avrà più significato per noi perché vorrà dire che vi state ponendo domande.
In foto: La strage di via dei Georgofili