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ingroia-antonio-web11di Lorenzo Baldo - 11 settembre 2012 - FOTOGALLERY e VIDEO
Durissima nota del presidente dell'Associazione nazionale magistrati nei confronti di Antonio Ingroia responsabile di avere assunto “comportamenti oggettivamente politici” durante il suo intervento alla festa del Fatto Quotidiano. A distanza di poche ore dal dibattito “1992-2012. Due anni di stragi. Venti di trattativa” Rodolfo Sabelli ha diffuso un comunicato stampa che di fatto isola e sovraespone il procuratore aggiunto di Palermo e il suo collega Nino Di Matteo intervenuto ugualmente allo stesso convegno.
Per Sabelli i due magistrati avrebbero dovuto “dissociarsi” dal “plateale dissenso” espresso alla Festa del Fatto Quotidiano nei confronti del Capo dello Stato. Due notizie false in poche righe.

Nessun “comportamento oggettivamente politico” da parte del pm si è verificato domenica scorsa e nessun “plateale dissenso” verso il Capo dello Stato si è consumato davanti a 6000 spettatori. Lo stesso Ingroia ha spiegato successivamente come il discorso riguardante il cambiamento della classe dirigente che tanto scandalo ha creato andava inquadrato “in un contesto più ampio, in cui parlavo della necessità di recidere i legami dello Stato italiano con la mafia dall'Unità ad oggi. In questo senso ho detto che va cambiata la classe dirigente”. Per quanto concerne invece le critiche al capo dello sabelli-rodolfo-webStato nessuna orda di barbari si è scagliata contro Napolitano, solo qualche fischio da parte di un paio di spettatori che hanno gridato “vergogna” nei confronti degli attacchi alla procura di Palermo che lo stesso Quirinale ha di fatto alimentato con le sue prese di posizione. “Nella cronaca cui si riferisce Sabelli – ha ulteriormente sottolineato Ingroia – è scritto che io e il collega Di Matteo siamo rimasti impassibili, non approvandole in alcun modo”. Il comunicato dell’Anm ha spianato la strada alle invettive dei soliti lacchè del potere come Cicchitto e Gasparri sempre pronti a gettare fango su magistrati come Ingroia e Di Matteo. Il silenzio assordante dell’Anm durante gli attacchi più indegni scatenati in questi anni dal mondo politico-istituzionale nei confronti di magistrati come Ingroia, Di Matteo, Scarpinato (solo per citare i più recenti) è storia. Troppo spesso il binomio Csm-Anm ha rappresentato un coacervo pilatesco capace solo di tutelare la “casta” sovraesponendo i veri servitori della Costituzione. Quello che spaventa gli pseudo intellettuali, i politicanti corrotti e quella “casta” esistente all’interno della magistratura è esattamente l’appello lanciato da Antonio Ingroia. La presa di coscienza e consapevolezza da parte della società civile invocata dal pm palermitano è un’arma potentissima per far rinascere il nostro Paese. La forza dirompente della conoscenza dei fatti può liberare dal buio della mistificazione un intero popolo. Che a sua volta può contribuire a cambiare il corso degli eventi. E tutto questo non è ammissibile per uno Stato-mafia.

In foto: Antonio Ingroia (in alto a sinistra) e Rodolfo Sabelli (sulla destra)

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