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procura-baridi Silvia Cordella - 30 agosto 2012
Bari.Nuova emergenza criminalità a Bari ma l’Antimafia è al verde. È il monito del procuratore aggiunto del Tribunale del capoluogo pugliese, Pasquale Drago che, intervistato da Repubblica, ha denunciato una nuova guerra di mafia in città, aggravata dal fatto che gli uffici giudiziari non hanno più nemmeno la carta per le fotocopie e i soldi per la benzina delle auto utilizzate per le indagini. 

“La priorità – spiega il Procuratore – è quella di presidiare il territorio, creando una convergenza fra le diverse forze dell’ordine” ma “da tempo ormai, prendiamo a credito i buoni benzina per consentire lo spostamento in occasione di processi fuori Bari. Capita anche di anticiparli di tasca propria. Il guaio – continua - è che non siamo gli unici ad avere questo problema: anche le auto della polizia sono nella stessa identica situazione. Condizioni davvero molto difficili per dare la caccia a killer e criminali”. 
A Bari, ed è cronaca di queste settimane, vi sono state due sparatorie in tre giorni ed entrambe avvenute in mezzo alla gente. A premere il grilletto, secondo le indagini della Procura barese, sarebbero giovani aspiranti capimafia che, “incuranti di far fuoco in zone affollate”, per scalzare i vecchi capiclan sono pronti a coinvolgere anche donne e bambini, ignorando quindi le vecchie regole mafiose. 
La miscela propulsiva per la ripresa degli agguati mafiosi e l'eliminazione dei vecchi padrini sarebbe da imputare al giro d’affari milionario legato a traffico e spaccio di droga, combinato con la grande disponibilità di armi e il momentaneo indebolimento di alcuni clan. Ecco perché la situazione è allarmante. Nei prossimi giorni la Dda, il Prefetto e gli organi di polizia giudiziaria dovranno incontrarsi per valutare come far fronte all’emergenza. Ma in partenza sanno già che potranno contare solo su organici ridotti e mezzi insufficienti. “Negli ultimi tempi sono andati in pensione numerosi dipendenti amministrativi – denuncia Draghi - ma non sono stati più rimpiazzati, siamo costretti a fronteggiare carichi di lavoro tripli rispetto a procure come Reggio Calabria o Palermo”.
“C’è da augurarsi - è il commento del coordinamento provinciale di Libera Puglia dopo il monito del procuratore aggiunto Pasquale Drago - che la città di Bari non ritorni al passato. Il nostro timore  -  scrivono  -  è che la città, dopo un periodo di relativa calma, possa star compiendo un tuffo indietro nel passato, un balzo temporale agli anni Ottanta e Novanta, quando i clan si fronteggiavano per il controllo del territorio nelle pubbliche piazze, sottraendo in questo modo spazio all'agibilità democratica e ingessando la società civile, riempiendo vicoli e strade di paura".

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