di AMDuemila – 18 luglio 2012
Palermo. “Mi si chiede diverse volte: questa trattativa c’è stata o non c’è stata? Io rispondo dicendo che già nel 1999 la Corte d’Assise di Firenze usciva con una sentenza in cui ne affermava, in maniera chiara, l’esistenza.” lo ha detto Domenico Gozzo, Procuratore Aggiunto di Caltanissetta, alla Facoltà di Giurisprudenza a Palermo durante la conferenza “Trattative e depistaggi”.
Un'esistenza accertata “sulla base delle parole di un uomo di Stato, un uomo del Ros, che utilizzò questa parola per la prima volta. In quella sentenza i giudici scrissero che in effetti l’iniziativa del Ros, ai tempi delle stragi, aveva tutte le caratteristiche per apparire come una trattativa e che l’effetto che ebbe sui capi mafiosi fu quello di convincerli a proseguire con quelle stragi”.
“Uno di quegli uomini del Ros (il riferimento è a Mario Mori ndr.), in qualche modo tra i responsabili morali delle stragi, venne nominato due anni dopo prefetto e direttore del Sisde. E allora mi prende lo scoramento: quale Stato ha potuto fare questo? Non aveva letto la sentenza? Una persona che ha compiuto questi atti merita di arrivare ai vertici dello Stato?”
Afferma Gozzo, parlando della situazione attuale “Oggi siamo un po’ più avanti nella ricerca della verità, ma come disse il mio amico Antonio Ingroia, siamo solo a un buon inizio. Abbiamo sulle spalle ancora molto da fare.”
In un altro passaggio Gozzo ha detto “Fino a quando noi non capiremo che cosa è avvenuto nei primi mesi del ’92, perché la mafia decise di passare dall’eliminazione di Falcone a Roma, facilissima, a zero costo, a un’azione in Sicilia con il metodo stragista, terrorista, questa nostra democrazia sarà claudicante.”
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