"C'è un accordo tacito tra i clan"
di AMDuemila - 13 luglio 2012
Roma. "Su Roma c'è un accordo tacito tra le grandi organizzazioni mafiose per evitare atti di violenza". A dare l'allarme è il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, intervenuto agli Stati generali della legalità di Cgil Roma e Lazio. "Nella capitale c'é spazio per tutti - ha spiegato Pignatone - e quindi meglio non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura e non creare allarme sociale".
Ma a preoccupare di più il procuratore è la 'quantita' immensa di denaro che la criminalità organizzata riesce a muovere attraverso l'economia: soldi sporchi reinvestiti direttamente sul territorio romano. "La città di Roma - ha aggiunto - vede crescere esponenzialmente la massa di denaro di dubbia origine che viene reinvestita sul territorio. A Roma esistono imponenti fenomeni di evasione fiscale, criminilità economica e frodi, e si osserva una lunga serie di grandi fallimenti che muovono quantità immense di denaro: su questo non c'é consapevolezza di quanto sia importante contrastare il fenomeno". Ad unirsi alle parole del procuratore anche il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro: "Nella capitale non c'é controllo militare da parte delle associazioni mafiose ma esiste una criminalità economica" ed aggiunge che "la speculazione edilizia è stata una delle cause che ha favorito il dilagare della criminalità". Per la Cgil "è la crisi che preparerebbe il terreno alla mafie". "Nel Lazio siamo passati dall'infiltrazione delle mafie al radicamento" - ha detto il segretario della Cgil Roma-Lazio Claudio Di Berardino. Secondo il sindacalista alla base dell'economia criminale ci sarebbero riciclaggio, bancarotta, usura.