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bertolino-distilleria-bigdi Salvo Vitale - 20 giugno 2012
La Bertolino spa è una multinazionale con interessi in varie parti del mondo. Le origini di questo impero risalgono a quando, negli anni ’30 il boss Giuseppe Bertolino realizzò la sua “quarara” a due passi dall’area urbana di Partinico, sull’esempio degli impianti di distillazione clandestina che aveva imparato a conoscere durante il suo soggiorno in America, nel periodo del protezionismo.

Da allora l’industria  ha acquisito la capacità di distillare buona parte del vino siciliano, diventando, si dice, la più grande distilleria d’Europa, ma, nello stesso tempo, inquinando l’aria, le falde acquifere, il fiume Nocella, in cui sversa i suoi scarti, e il mare del Golfo di Castellammare. Dopo anni di battaglie, di interventi della magistratura, di denunce, di spregiudicato uso della giustizia per bloccare le proteste, finalmente il Comune e la titolare della distilleria hanno stipulato un accordo che prevede la delocalizzazione dell’impianto.
«La distilleria si sposta in contrada Sant’Anna; abbiamo salvato Partinico dalla puzza – affermano gli amministratori del Comune -, i Partinicesi non sentiranno più i mefitici odori, la battaglia è stata vinta!, siamo riusciti ad ottenere la delocalizzazione della distilleria su cui gli altri hanno sempre miseramente fallito.”.
Gli ambientalisti sentono puzza di bruciato, qualcuno comincia a sviscerare l’accordo perché vuole vederci chiaro: dopo decenni di buggerature non vogliono illudersi che l’onnipotente signora che ha governato gli olezzi, elargiti  senza risparmio agli impotenti concittadini, abbandoni il campo per  produrre nuove sensazioni aromatiche e nuove flagranze in altri luoghi diversi dal centro urbano: “L’accordo, sostengono, per gli eccessi, le largizioni ingiustificate ed al di là del lecito, è stato fatto in aperta violazione del PRG, non potrà mai andare in vigore, è roba che i magistrati dovranno valutare attentamente. Ne auspichiamo la riformulazione»
Qualche organo d’informazione, imbeccato dall’Amministrazione, senza valutare attentamente il contenuto della convenzione, si abbandona a sproloqui, ramanzine  contro gli ambientalisti, valutazioni istintive, epiteti. Ma cosa  nasconde l’accordo?. Diamoci un’occhiata:
Punto uno: «Il Comune di Partinico intende concorrere alla realizzazione del processo di sviluppo industriale della Distilleria Bertolino, favorendone la allocazione sul territorio comunale, sì da avvantaggiarsi dei benefici conseguenti, in termini occupazionali, reddituali e finanziari, dalla presenza di siffatta attività industriale.»
Che il Comune possa avvantaggiarsi, in qualche modo, dei benefici largiti dalla distilleria è difficile da credere, perché  la Signora deve ancora al Comune un risarcimento di oltre due milioni di euro per i danni ambientali stabiliti dai giudici.
Punto due: segue il lungo elenco delle prerogative e degli impegni assunti :  il suo nuovo impianto avrà il requisito della pubblica utilità e del pubblico interesse,  potrà acquistare illimitatamente qualsiasi terreno ricada nelle contrade Sant’Anna e Bosco,  tali terreni avranno un costo contenuto e conveniente e diventeranno immediatamente zona industriale, il Comune interverrà presso il consorzio di Bonifica Palermo 2 per far avere 30 lit/sec. di acqua per i prossimi 30 anni,  si potrà realizzare un camino per bruciare gli scarti residui del ciclo di lavorazione del bioetanolo, si potranno ingrandire gli accessi viari, etc., etc.,.
Punto tre: nessuna richiesta su quanto sarà grande il nuovo impianto, quanto terreno possiede la Bertolino e quanto ne dovrà acquistare, quale sarà la capacità produttiva, quanto sarà grande il nuovo impianto di distillazione, quante tonnellate di scarichi immetterà in atmosfera e, presumibilmente nel lago Poma, quali impianti di depurazioni saranno predisposti per impedire che i vecchi problemi d’inquinamento si ripresentino o siano aamplificati ed aggravati. Manca infatti una valutazione dell’impatto ambientale del nuovo impianto in un’area di notevole pregio paesaggistico, naturalistico ed ambientale, l’invaso Poma. Non solo, ma la distanza, circa 5 km da Partinico in linea d’aria, non offre una grande garanzia che gli olezzi tipici  scompariranno.
Lo scontro tra gli interessi industriali della distilleria e le ragioni della città sembra essere trasferito integralmente nella prima parte della convenzione, che offre due nette sfaccettature: da un lato l’enorme potere dell’industriale per realizzare un grosso affare e una colossale speculazione legata alla trasformazione, senza limiti di estensione, del terreno agricolo in area industriale, dall’altro il ruolo delle belle statuine giocato dagli amministratori Partenicesi, disponibili a sottoscrivere tutto
Punto quattro: tutto diventa  più chiaro quando si legge: «l’area dove sorge attualmente la distilleria (oltre 70.000 mq), verrà trasformata in zona da zona d2 a zona di espansione residenziale, direzionale e commerciale con indici conformi a quelli delle zone circostanti, non inferiore a 1,5 mc-mq», «La distilleria non potrà prescindere da quanto stabilito,  in quanto fonte di garanzia finanziaria per l'investimento di delocalizzazione»: di fatto si offre alla signora Bertolino di inserire l’area asservita all’impianto  nel processo di espansione dell’abitato.
La formulazione vaga ed equivoca lascia intendere che l’area asservita all’impianto va considerata come  già edificata o come un quartiere  realizzato abusivamente che necessita solamente di essere inserito nel PRG e di essere dotato di servizi e collegamenti col resto della città. Se così è, la signora Bertolino non avrà l’obbligo di presentare una lottizzazione e di destinare le quote di superficie previste dalla legge per gli spazi pubblici, la viabilità, il verde, i servizi, così come indica la legge. La prerogativa di area edificabile indirizza già da ora e per il futuro il processo di espansione che la città avrà in futuro, col vincolo che essa sarà sempre area edificabile.   
Punto cinque:  andiamo agli effetti della clausola, cioè all’utilizzo finale dell’area dismessa: nel perimetro della dismessa industria si potranno realizzazione edifici per circa 150.000 mc, pari a circa 450 appartamenti e a un insediamento di 1.800 abitanti. Si ipotizzano introiti di circa 15 milioni di euro, con agevolazioni, snellimento di procedure, possibilità di utilizzazione del suolo pubblico e concessioni negate di solito ai comuni cittadini, o concesse attraverso i soliti sotterranei canali dell’”amicizia”.
Il computo complessivo dell’area da destinare ad espansione urbana nel PRG dovrà tenere conto dell’area della ex-distilleria e su questo punto si soffermano le critiche più grosse degli ambientalisti , secondo i quali l’impegno del Comune è incompatibile con le previsioni di espansione urbana calcolate, indicate, nell’attuale PRG in 40.000 mc nell’arco di un decennio. Se la Bertolino potrà realizzare ben 105.000 mc (70.000x1,5=mc 105.000), nei prossimi trent’anni solo l’area della distilleria indirizzerà  l’espansione urbanistica della città. La clausola comporterebbe la redazione di un nuovo PRG rispondente agli interessi della sola Bertolino, tralasciando quelli di tutti gli altri cittadini che hanno bisogno di riqualificare periferie degradate, di sistemare area urbane fatiscenti, etc.
La questione, quindi, è molto più delicata e seria di quanto non sembri a prima vista, non si tratta più di una semplice chiusura della distilleria, della realizzazione di un nuovo impianto, ma c’è di mezzo perfino il nuovo PRG ad uso e consumo di una singola persona e a discapito di altri interessi. Pertanto gli ambientalisti chiedono la stipula di un nuovo accordo adattato alle indicazioni del PRG nel quale la trasformazione dell’area della distilleria in area edificabile potrà riguardare una quota parte compatibile con i 40.000 mc previsti per l’espansione urbana del prossimo decennio. La parte eccedente potrà rientrare in una transazione che azzeri il debito esistente trasferendo al Comune una parte dell’area della distilleria, o in qualche altra forma che rispetti i reciproci interessi.
Il dibattito è aperto: dire semplicisticamente che il traguardo è stato raggiunto lascia adito a sospetti di qualsiasi tipo, vista la caratteristica e la quantità degli interessi economici in ballo. Passaggi di tale portata sono il frutto di mediazione, di trasparenza, di lunghe trattative condotte alla luce del sole da persone qualificate e serie che rendano impossibile l’emergere di sospetti, di ipotesi invereconde e di speculazioni .

(Salvo Vitale – Leo D’Asaro)

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