Tante le defezioni. Ora il provvedimento passa al vaglio del Senato
di Aaron Pettinari - 14 giugno 2012
E' stato approvato con 354 voti favorevoli (25 i contrari e 102 gli astenuti ndr) il ddl antocorruzione della Severino presentato alla Camera. Dopo un dibattito che va avanti ormai da mesi, e ben tre voti di fiducia il provvedimento passa nuovamente al vaglio del Senato, dove non è escluso che vi saranno nuove modifiche.
Al momento il ministro della Giustizia, Paola Severino, ed il ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi si dicono sommariamente soddisfatti non solo per la fiducia “incassata” nella giornata di ieri su tre punti del testo. I punti caldi erano l'articolo 10 (quell'sull'incandidabilità dei condannati). Nello specifico questa prevede che entro un anno il governo legiferi su come tenere lontano, dalle aule parlamentari (anche quello dell'Unione Europea) e dal governo, persone che siano state condannate con sentenze definitive, sia per reati gravi come mafia e terrorismo, sia per quelli contro la Pubblica Amministrazione come corruzione e concussione. O per reati con pena massima superiore a tre anni come, ad esempio, l'omicidio colposo o il furto aggravato. Sempre che siano stati puniti con condanne superiori ai tre anni. Oltre all'articolo 10 sono passati con fiducia anche il 13 e il 14, quelli che ridisegnano i reati di corruzione e concussione inserendone due nuovi: il “Traffico di influenze illecite” e “Induzione indebita a dare o promettere utilità”. Entrambi questi punti erano stati piuttosto contestati, il primo dal Pdl il secondo dall'Idv in quanto si toglie al magistrato ogni possibilità di valutare anche sui casi di induzione alla concussione.
Tra le modfiche dell'ultima ora, inoltre, c'è l'emendamento all'articolo 7 del provvedimento che prevede che per chi è stato condannato per concussione per induzione scatterà il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, cioè di partecipare ad appalti pubblici.
Per il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli “la legge anticorruzione segna un passo avanti. Pensare però che questa riforma risolva il problema è abbastanza illusorio, perché ogni riforma di settore deve essere inquadrata in una prospettiva generale di efficienza” tuttavia “se non si risolvono i problemi legati alla difficoltà di notifica o si introducono strumenti quali la sospensione del processo con la messa alla prova, un intervento di settore come questo potrebbe non essere definitivo”.