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rifiuti tossicidi Lara Borsoi- 7 giugno 2012
Questa volta l'allarme viene da Bankitalia. Ieri durante la l'audizione alla Commissione Parlamentare Antimafia, il vicedirettore generale Anna Maria Tarantola, non ha usato mezzi termini: “I dati delle segnalazioni di operazioni sospette evidenziano che l'infiltrazione della criminalità organizzata è particolarmente rilevante in alcuni settori, tra cui lo smaltimento dei rifiuti e la produzione di energia eolica ”.


Ma non solo, la mafia risulta avere interessi anche nella ricostruzione post terremoto dell'Abruzzo come provano “diverse indagini giudiziarie che confermano il rischio di significative infiltrazioni nell'affidamento e nell'esecuzione di contratti pubblici connessi agli interventi di ricostruzione delle aree interessate”. Per evitare il peggio Bankitalia “ha intensificato le verifiche negli sportelli bancari che operano nelle aree coinvolte, avviando una grande collaborazione con la Prefettura de L'Aquila”.
Tutte queste dati provengono da una relazione a cura della UIF (Unità di Informazione Finanziaria), la struttura nazionale istituita presso la Banca d'Italia il 1° gennaio 2008 con il compito di prevenire e contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. In particolare analizza le operazioni bancarie sospette segnalate dagli intermediari finanziari e da altre persone obbligate a farlo. Studia inoltre ogni avvenimento che potrebbe essere correlato a riciclaggio o finanziamento del terrorismo collaborando con le autorità e forze di polizia competenti.
Nel caso specifico, ha precisato il vicedirettore: “le segnalazioni relative a imprese operanti nello smaltimento e riciclaggio di rifiuti sono state oltre 300 nel 2010” ai quali va ad aggiungersi un altro dato importanti: l'interesse della mafia nel settore del movimento terra e la gestione delle cave. In particolar modo le cave, perché una volta esaurite vengono trasformate in discariche illegali.
Un traffico capace di fruttare fior fior di milioni ma in grado anche di provocare gravissimi danni ambientali soprattutto quando ad essere trattati in maniera errata sono i rifiuti pericolosi.
Da anni le inchieste mostrano, in particolare, un sud Italia lacerato dalla violenza delle eco-mafie con interi territori disseminati di veleni di qualsiasi genere abbandonati al caso o sotterrati là dove ora sono sorte case, palazzine e ovviamente innumerevoli casi di malattie a volte purtroppo incurabili.
Da non sottovalutare anche l'interesse della criminalità organizzata nella realizzazione dei “parchi di produzione eolica”. A farne le spese maggiori è sempre il sud Italia con Sicilia e Calabria dove il metodo di penetrazione è molto sofisticato in quanto vengono utilizzate delle “società veicolo”, dietro le quali si nascondono in realtà interessi illeciti.
Queste in effetti sono in grado di rivendere, con grande margine di guadagno, terreni e autorizzazioni, spesso ottenute con la corruzione, a multinazionali italiane ed estere che poi costruiranno gli impianti.

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