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scuola-torindi Sara Porcelli - 3 giugno 2012
Riceviamo e pubblichiamo con piacere il commento di una studentessa della classe 3^ AS – IIS Primo Levi di Torino all’incontro con il dott. Nino Di Matteo tenutosi presso la propria scuola in occasione della presentazione del libro “Assedio alla toga”.

“Questo è il momento dove la lotta alla criminalità ed ai poteri forti si fa sempre più aspra, e noi ‘combattenti’ pacifici siamo chiamati a stare in prima fila, a rompere i silenzi e a tenere ‘le lucerne accese’ durante l'oscurità della notte per smascherare i ladri che lavorano con la complicità dell'inerzia dei giusti!  Come disse Albert Einstein: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”. (prof. Salvatore Bova - IIS Primo Levi di Torino)


“Ci sono momenti in cui non ci si può rassegnare all’andazzo delle cose, alla legge del più forte: bisogna trovare il coraggio di esporsi e di denunciare”. Questo è il messaggio che il sostituto procuratore di Palermo, Nino Di Matteo, ha lasciato agli studenti del Primo Levi (26 marzo 2012).
L’incontro con il magistrato è stato accolto con grande entusiasmo dai ragazzi che hanno posto numerose domande sul tema della giustizia e della mafia.
Le perplessità dei ragazzi, che a grandi linee già avevano sentito parlare di “cosa nostra”, si concentravano su come far sentire la propria voce contro coloro che con violenza ci impongono le loro leggi, credendo di possedere il diritto di togliere la vita a chiunque li ostacoli.
Altra domanda interessante è stata: “chi sono oggi i mafiosi e dove agiscono?” e alcune riguardanti curiosità sul percorso (tentativi/difficoltà) del magistrato nella personale lotta contro questo cancro della società.
Animato da passione per il proprio incarico, Nino Di Matteo affronta da anni le difficoltà, ma la sua fame di giustizia, alimentata dall’amore per la sua terra, lo hanno portato ad affermare con forza il valore dell’onestà per vivere in una società giusta.
E’ compito di ogni cittadino ribellarsi e riprendere consapevolezza del fatto che la nostra vita appartiene unicamente a noi. Come diceva Paolo Borsellino: “La paura è normale che ci sia, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio … Chi ha paura muore ogni giorno, chi ha coraggio muore una volta sola.”
Non è impossibile sconfiggere i mafiosi, che oggi agiscono non solo al Sud, non hanno più confini, non hanno più una precisa identità, ma si nascondono dietro a giacche e cravatte, si “mascherano” e cercano l’appoggio di potenti.
Da soli forse non è facile far sentire la propria voce, ma tutti insieme possiamo riuscire a far risplendere la giustizia e i valori calpestati dalla malavita o ignorati dallo Stato troppo preso da altre questioni.
C’è chi ha sacrificato la vita per un mondo migliore: è ora di risvegliare le nostre coscienze, non cedere a compromessi e agire rompendo il silenzio in cui siamo stati sprofondati per anni.
 
Sara Porcelli
(classe 3^ AS – IIS Primo Levi di Torino)

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