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alfano-ingroia-di-matteo-scarpinato-big1di Lorenzo Baldo e Anna Petrozzi - 24 aprile 2012
Sceglie la procura di Palermo Sonia Alfano per il suo primo atto da Presidente della Commissione Antimafia Europea. Ha convocato i giornalisti e ha voluto al suo fianco i magistrati Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, che come altri 48 magistrati hanno contribuito attivamente alla stesura della relazione di presentazione della Commissione, per spiegare il valore dell’istituzione di questo nuovo organismo internazionale per il quale si è battuta contro tutte le resistenze e soprattutto contro lo scetticismo.

Ma alla fine ce l’ha fatta. Con legittimo orgoglio la neo-presidentessa ha voluto sottolineare il primato dei parlamentari siciliani presenti in Commissione, il primo vicepresidente Rosario Crocetta e Rita Borsellino ma senza nessuna venatura di campanilismo, anzi come segno di riscatto di un popolo troppo spesso identificato solo con la mafia che finalmente presta il suo volto migliore: quello dell’antimafia. Frutto non solo del portato di sofferenza e sangue pagato dalle troppe vittime e dai troppi martiri, ma anche della reazione dello Stato, della popolazione, della magistratura e delle forze dell’ordine oggi diventato scuola per l’Europa. L’Italia infatti dispone della più avanzata legislazione antimafia del mondo – ha ricordato Ingroia – ed è nella posizione di fare da guida nel contrasto al crimine organizzato internazionale che non conosce confini.
Il segnale è infatti di estrema importanza. Con l’istituzione di questa Commissione l’Europa ha dimostrato di aver recepito il grave pericolo che rappresentano oggi le mafie a partire dal controllo del territorio fino all’infiltrazione di massicci capitali mafiosi nell’economia legale.
Certo ora la strada si presenta tutta in salita. Occorrerà superare le barriere giuridiche, politiche e culturali per dare vita ad un testo unico di legislazione antimafia, per far comprendere la necessità di misure estreme come il 41bis, nella mentalità europea temuto come uno strumento di tortura.
“Sono stata nelle carceri e credo di aver fatto visita a tutti i maggiori boss mafiosi – ha spiegato la Presidentessa – e ho potuto constatare e testimoniare che i detenuti al 41bis, benché in isolamento, si trovano in condizioni migliori dei detenuti ordinari. Non ho visto in nessuno di questi mafiosi il minimo cenno di pentimento, un’ostinazione a cui lo Stato non può rispondere se non con un’ostinazione maggiore per far sì che chi ha sbagliato paghi”.
Ma la Commissione non si limiterà ad aggredire la mafia in senso stretto, “l’obiettivo è di colpire in maniera esemplare i colletti bianchi, i fiancheggiatori e i loro patrimoni” con pene severe per i reati di corruzione e riciclaggio. Con una particolare aggravante per quei politici o uomini della Istituzioni che si macchieranno del reato ma anche della vergogna di aver tradito il mandato conferito loro dai cittadini.
Visibilmente soddisfatti anche i tre magistrati. Per Roberto Scarpinato siamo di fronte ad vera e propria sfida politico-istituzionale, l’Europa ha l’occasione di agire da una vera e propria cabina politica di regia, una sorta di volano istituzionale capace di introdurre nuovi impulsi di contrasto al crimine e nuove figure come un Procuratore europeo antimafia con competenze senza limitazioni di frontiere.
Di una grande occasione per rompere il mito dell’impunità anche in Europa così come accadde in Italia con il pool antimafia di Falcone e Borsellino ha parlato invece Antonio Ingroia. La Commissione è certamente un punto di arrivo fondamentale ma– ha insistito il magistrato – non conclusivo. Anzi si dovrà porre come trampolino per rilanciare l’importanza del tema e per porsi obiettivi ancora più ambiziosi. Le mafie non si sono limitate all’Europa per allargare i propri interessi e profitti, ma hanno già conquistato il mondo. Creare una forma di collaborazione a livello mondiale in collaborazione con stati in cui la criminalità organizzata è fortissima come il Messico o l’America latina ma la legislazione estremamente arretrata sarà la prossima tappa da raggiungere.
Nino Di Matteo è intervenuto anche in qualità di presidente dell’ANM del distretto di Palermo e non ha nascosto la grande aspettativa riposta nell’ opportunità rappresentata da questa Commissione. L’auspicio è che questa possa anche influire sul legislatore dei vari Paesi membri compresa l’Italia in questo momento ancora sorda alla sollecitazione provenuta dall’Europa con la convenzione del 1999 in materia di corruzione. Insomma un intervento più incisivo della nuova Commissione forse aiuterebbe il nostro Paese a non disperdere nelle solite chiacchiere i provvedimenti scomodi, soprattutto quelli che colpiscono i reati dei colletti bianchi, il cuore del potere economico mafioso.
Sui 120 miliardi di euro l’anno calcolati come costo della corruzione in Europa, l’apporto italiano è di circa la metà, un dato sufficiente a procedere contro il nostro Paese con ben più di una sollecitazione.
Alla Commissione spetta quindi un compito arduo e complesso, ma sarà necessario anche il contributo delle altre componenti sociali, prima di tutto quello dell’informazione. Solo ora comincia ad entrare nei media dei paesi membri la consapevolezza della centralità del tema, le diversità culturali sono notevoli, ma se vi sarà la giusta attenzione mediatica, in questo momento molto alta, si potrà veicolare il messaggio anche alla popolazione e dare il via a programmi di educazione alla legalità nelle scuole e nelle università di tutta l’area europea. Se per gli inglesi il criminale è percepito anche come il ladro di biciclette, non sarà difficile far comprendere loro, con il giusto supporto culturale, che il sistema politico mafioso da fronteggiare è quello che usufruisce della “city” per riciclare e moltiplicare macroscopiche quantità di denaro sporco.
Come i magistrati e tutti gli italiani onesti anche noi auspichiamo che la Commissione non si trasformi in un’ennesima scatola vuota. Di sicuro la presenza di Sonia Alfano di cui conosciamo passione e determinazione rappresenta una garanzia di impegno e coerenza. Per quanto nelle nostre possibilità saremo disponibili a dare il nostro sostegno. Alla Presidente e ai suoi colleghi non possiamo che augurare buon lavoro.

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