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ciotti-luigi-web2Alla giornata della memoria per le vittime di mafia in 100mila per dire no alle organizzazioni criminali
di AMDuemila - 17 marzo 2012 - VIDEO
“Guai a disattivare il radar, guai ad abbassare la guardia". Con queste parole don Luigi Ciotti ha chiuso la manifestazione organizzata a Genova da Libera, evento principale delle iniziative che si sono svolte nel capoluogo in occasione della 17esima giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Un evento a cui hanno partecipato in centomila, accorse da ogni parte d'Italia. Il discorso del fondatore di Libera ha tuonato nell'animo dei presenti, un discorso forte, sentito, dove sono state risparmiate critiche anche alla stessa Chiesa.

“La vera memoria è impegnarci di più tutti. Vogliamo non solo sentire le parole, ma vederle tradotte. Il cambiamento ha bisogno oggi più che mai di ciascuno di noi. La democrazia ci offre due doni, la dignità umana e la giustizia, ma la democrazia non starà mai in piedi senza l’impegno e responsabilità. Noi chiediamo a Stato e Istituzioni di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, ma anche a ciascuno di noi di essere coerenti. Sono una merda i mafiosi, sono nessuno, lo diceva Peppino Impastato, ma il vero problema è la zona grigia, perché la forza della mafia sta nelle alleanze”. "Forza amici – ha proseguito - non è possibile che da 150 anni parliamo di mafia, ne parlano tutti, ma poi a impegnarsi non sono tutti. Il problema è la zona grigia, sono le facce da angelo, coloro che fanno dei bei discorsi, poi dall’altra parte i loro interessi non sono a servizio del bene comune. E la zona grigia è costotuita dalla politica, dal mondo dei professionisti e degli imprenditori. Le zone grigie ci sono anche nella Chiesa. Ci sono anche delle persone meravigliose ma ci vuole più radicalità,  più fermezza, i mafiosi sono fuori dalla comunione con la Chiesa ma lo sono anche le facce d'angelo, la zona grigia, i loro complici”.
Il fondatore di Libera ha poi ribadito l'importanza del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, “esiste ed è stato utile alla magistratura per incidere nella zona grigia” ed a proposito delle polemiche di questi giorni ha aggiunto: “ho il dubbio che tutto questa faccia parte di una strategia”. Quindi ha parlato anche della politica: “La politica ha cambiato il passo nel nostro Paese, ora c'è uno stile più sobrio, si sono avviati percorsi positivi ma la vecchia politica non si dà per vinta, è in agguato.
Don Ciotti ha anche parlato del valore del ritrovamento dei resti di Placido Rizzotto: “Con il ritrovamento dei resti di Placido Rizzotto, grazie alla volontà e l’impegno di tanti che si sono battuti, la memoria ha vinto e la mafia ha perso. Siamo contenti dei funerali di stato, però c’è una grande contraddizione. Il paradosso è che nessuno dei familiari di Rizzotto potrebbe fare istanza per essere riconosciuto vittima di mafia. E allora che non ci sia data che determina il riconoscimento, sono tutti morti per la stessa ragione”.
Il presidente di Libera ha poi ammonito: “le mafie sono forti, molto forti, con modalità e sistemi diversi. Lombardia, Liguria, Emilia Romagna sono teatro atti di corruzione,  illegalità nel ciclo del cemento, aggressioni al territorio”.  Infine, con un sottile riferimento alla questione  Tav, Don Ciotti ha parlato di priorità: “in un’Europa con 60 milioni di disoccupati,  in un’Italia con 2 milioni di giovani senza lavoro, al primo posto si mettano i servizi, il lavoro e la casa. La lotta alla mafia si fa con le politiche sociali. La si fa con i giovani”. E proprio rivolgendosi a loro, un commosso Don Ciotti ha dichiarato: “siete meravigliosi, siete grandi, non perdete questa forza e questa passione”.
Il giorno prima sempre Don Ciotti aveva rammentato il valore della data della Giornata della memoria fissata per il 21 marzo: “Ci sono segmenti della politica - dice don Ciotti - che non tengono conto della vostra storia”. Parole durissime rispetto alla volontà della Commissione Affari Costituzionali di “cancellare il 21 marzo come data della Giornata della memoria e dell'impegno”. “Ma il 21 marzo è la nostra data – ha sottolineato il prete - ce la siamo conquistata insieme. Libera non appartiene ad alcun gioco politico e che nessuno la deve strumentalizzare. La lotta alla mafia è iniziata con la Primavera, e così resterà”.


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