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lo-bello-ivan-webLo sciopero dei Tir mette in ginocchio la Sicilia
di Maria Loi - 19 gennaio 2012
Palermo. Potrebbe fare gioco alla mafia la protesta che da domenica ha bloccato la Sicilia. Lo ha dichiarato ieri il numero uno di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, esternando la sua preoccupazione, in una intervista alla “Stampa”. “Tra gli agricoltori e gli autostraportatori che stanno creando notevoli danni al sistema imprenditoriale, abbiamo rilevato direttamente, e attraverso i nostri associati, la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata”, ha detto il presidente degli industriali siciliani.

“Non cerchiamo frasi ad effetto”, ha aggiunto Lo Bello commentando la situazione che si è venuta a creare nell'isola dopo lo sciopero. “Se diciamo certe cose è perché si tratta di presenze inquietanti”. “Dietro questa mobilitazione - accusa ancora Lo Bello -, vedo un vecchio ribellismo siciliano, con dei leader che fanno politica e qualche politico trombato che vuole ritrovare la scena alimentando la protesta. La preoccupazione è che tutto ciò si possa risolvere in una grande operazione di trasformismo”.
Anche i vertici di una serie di associazioni da Confartigianato a Confcommercio avevano scritto al premier Monti chiedendo un intervento tempestivo.
Purtroppo dice Lo Bello in questa vicenda “Ci saremmo aspettati il buonsenso che è mancato. Anche da parte del governatore Lombardo che ha accolto subito gli organizzatori dei blocchi esprimendo solidarietà mentre ci saremmo aspettati da parte sua una richiesta di sospensione dello sciopero. Bisogna stare attenti ai demagoghi di sempre e alle possibili frange criminali interessate a rompere tutto”.
Immediate le critiche alle sue dichiarazioni. Ma stamattina il leader di Confindustria ha rincarato la dose dichiarando: “Abbiamo evidenze chiare sul fatto che in molti blocchi e manifestazioni in Sicilia sono presenti esponenti riconducibili a Cosa nostra. Sappiamo che è così ad Augusta, a Lentini e dove le proteste sono più dure”, ha affermato il presidente di Confindustia Sicilia.
In merito al blocco dei tir in Sicilia anche la Coldiretti ha lanciato l’allarme sulla presenza di infiltrazioni mafiose nel settore dei trasporti. La conferma arriva “dalle recenti operazioni di polizia nel commercio dell’ortofrutta, il cui prezzo triplica dal campo alla tavola per effetto delle strozzature e anomalie lungo la filiera”.
Intanto la protesta fa sentire i suoi effetti principalmente ai distributori di carburante dove la benzina è ormai esaurita quasi ovunque; chi non ha fatto in tempo a fare il pieno deve rassegnarsi ad attendere la fine del blocco. Anche nei supermercati scarseggiano le scorte alimentari e molti banconi sono vuoti. Il rischio che con il dilagare della crisi economica, aumentino il disaggio e la rabbia  da parte dei cittadini - alle prese con problemi di sopravvivenza - è dietro l’angolo; certamente preoccupa che dietro questi movimenti, si possano infiltrare forze politiche eversive delle quali non si conoscono le vere finalità. Lo storico siciliano Giuseppe Casarrubea invita infatti a non sottovalutare il movimento di protesta: “Non sappiamo chi li spinge” dice e “In momenti di crisi in Sicilia affiora sempre il ribellismo incontrollato, che ha modalità e finalità di destra, spesso eversiva”.
Nel frattempo il governatore siciliano, Raffaele Lombardo ha convocato per oggi pomeriggio un incontro a Palazzo d'Orleans con i nove prefetti dell'isola e i rappresentanti dell'Aias, dei Forconi e dei pescatori.

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