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laquila-terremoto-webDovranno rispondere di “occupazione abusiva di edificio pubblico”
di Aaron Pettinari - 11 gennaio 2012
Dodici cittadini aquilani sono stati rinviati a giudizio dalla Procura dell'Aquila per il reato di “occupazione abusiva di edificio pubblico”. Tra questi diversi membri del comitato 3e32 ed i giornalisti Angelo Venti, responsabile del Presidio che Libera ha  creato all'Aquila subito dopo il sisma, e Marco D'Antonio, membro dello stesso presidio.

La vicenda nasce da una serie di esposti presentati da Giancarlo Silveri, manager della Asl provinciale, proprietaria degli immobili dell'ex presidio ospedaliero di Collemaggio.
Il comitato 3e32, formatosi all'indomani del terremoto del 6 aprile 2009 con l'obiettivo di aprire un confronto tra i cittadini del capoluogo sulla gestione emergenziale e sulle prospettive di ricostruzione dell'Aquila, in quei luoghi, precisamente nell'ex bar del complesso psichiatrico (una stanza di 28 metri), aveva dato vita all'esperienza di “Casematte”, divenuto nel tempo uno straordiario punto di riferimento in cui si sono svolte numerose attività.
"Quello spazio è stato riqualificato esclusivamente con le nostre forze e senza finanziamenti pubblici – ricordano i ragazzi del comitato 3e32 – In questo spazio per più di due anni, sono stati organizzati centinaia di concerti, assemblee e dibattiti all'interno del quali sono intervenuti anche esponenti dell'amministrazione comunale e dell'opposizione, alcuni dei quali ora si guardano bene dal prendere posizione. Tutto ha inizio nel settembre 2009, momento in cui questi bisogni erano ancora più vitali di oggi. Una fase sulla quale questo processo deve far luce, ponendo una lente di ingrandimento sulle responsabilità della sospensione dei diritti democratici, ovvero sul prolungamento dopo il sisma dello stato d'eccezione e sul fallimento della gestione dell'emergenza".
Ora, il prossimo 10 aprile, avrà inizio il processo. Questa non è la prima volta che gli esponenti del 3e32 si trovano alle prese con le carte bollate del tribunale dell'Aquila. Era già successo all'epoca del "popolo delle carriole", con l'occupazione della A24 durante una manifestazione di protesta (dove, però, erano presenti migliaia di aquilani) e con la contestazione al vice commissario per la ricostruzione, Antonio Cicchetti.
“Per noi è legittima la riappropriazione degli spazi pubblici - rivendica il 3e32 - così com'è legittimo invadere la zona rossa con le carriole, manifestare sotto i palazzi del potere a Roma, occupare l'autostrada e contestare il commissariamento. Tutti momenti che hanno portato finora a più di sessanta denunce. Ci sembra di esser finiti in una realtà ribaltata - prosegue la nota - in cui una ricostruzione inesistente diventa visibile grazie agli effetti spettacolari dei progetti C.a.s.e., degli annunci dei commissari e dei teatrini di potere, mentre quelle tante piccole-grandi ricostruzioni legate al lavoro quotidiano sono bandite, costrette a rendersi invisibili e a nascondersi per non essere denunciate".
Ancor più incredibile è l'accusa verso i due giornalisti di Libera che, tra l'altro non fanno parte del comitato dei giovani del 3e32.
“Dalla lettura degli atti è chiaro l' intenzione di voler colpire i nostri referenti che sin dalle prime ore dell'emergenza hanno collaborato attivamente con le locali forze dell'ordine - dichiara in una nota Libera dalla sede nazionale di Roma - Angelo Venti e Marco D'Antonio, sono stati gli autori di diverse inchieste giornalistiche sulle irregolarità e illegalità nel post terremoto, che hanno dato vita a successive inchieste della magistratura, molte ancora in corso. Materiale raccolto anche nel nostro dossier "Abruzzo, la fine dell' isola felice"." "Quell'area era frequentata da diversi giornalisti – racconta lo stesso Angelo Venti – dagli atti risulta io ed il collega siamo stati fotografati la mattina del 23 settembre 2010 nel parco pubblico fuori l'edificio occupato, intenti a lavorare con il loro computer portatile. A sostenere l'accusa, quindi, c'è solo una foto che in realtà certifica che ci trovavamo all'esterno della struttura. Fermo restando la fiducia nell'operato della magistratura e forze dell'ordine, ci preoccupa che dietro a questo si celi il tentativo di mettere in crisi una proficua collaborazione con le istituzioni che comunque continueremo ad avere. Abbiamo sempre cercato di fare il nostro dovere di cittadini e giornalisti fornendo importanti elementi che poi sono scaturiti in indagini. Questa collaborazione non potrà essere rotta da questo episodio".
Inoltre questa inchiesta potrebbe portare anche ad un altro aspetto preoccupante. Infatti la struttura in questione si trova all'interno della vasta area dell'ex ospedale pschiatrico di Collemaggio situato a ridosso del centro storico distrutto del capoluogo abruzzese. A quanto pare l'intero complesso pubblico è strategico per la ricostruzione e allo stesso tempo fa gola ai privati, con l'ipotesi di vendita er ripianare il debito della sanità regionale he è tutt'altro che campata in aria. Ed è forse proprio per questo che la presenza dei giovani del comitato 3e32 da tanto fastidio.

La solidarietà della redazione di ANTIMAFIADuemila va sia a Libera e ai colleghi giornalisti Angelo Venti e Marco D'Antonio per le loro battaglie ed anche ai ragazzi del comitato 3e32, che si sono battuti per rendere vivo un territorio colpito dalla tragedia come quello aquilano nel post terremoto.

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