Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

palazzo-chigi-webdi Giorgio Bongiovanni - 19 ottobre 2011
“Taglio ai fondi destinati alle vittime della mafia. Il ddl stabilità riduce di 10 milioni il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richiesta estorsive e dell'usura. Lo stanziamento, si legge nella relazione tecnica, passa da 12.027.385 previsti per il 2012, a 2.027.385 con un risparmio di spesa pari a euro 10 milioni”.  (Adnkronos 17-10-2011)

Non sono un familiare di vittima di mafia, ma voglio esprimere ancora una volta la mia rabbia, il mio sconcerto per questo Stato-mafia, per uomini che indegnamente occupano il nostro Stato italiano, la nostra patria. Uomini capaci di compiere scelte assurde e inaccettabili come i recenti tagli decisi dal “ddl stabilità” che andranno a colpire anche i familiari delle vittime di mafia. Per non parlare di quelli inflitti alla Dia e alle Forze dell’ordine in generale.
Ma non è solo una questione di tagli, di riduzioni economiche. E’ anche e soprattutto una questione di segnali e messaggi che i mafiosi sanno leggere meglio di chiunque altro. E sono inequivocabili: “loro”, gli uomini delle istituzioni, li appoggiano.
E' come se questi indegni rappresentanti delle istituzioni dicessero al miliardario Totò Riina e al miliardario Bernardo Provenzano: “Non vi preoccupate, noi siamo vostri fratelli, noi vi appoggiamo, noi cercheremo in tutti i modi di risparmiare le vostre ricchezze mettendo alla fame i familiari di tutte le vittime di mafia che voi avete assassinato”.
E questo bieco messaggio viene da coloro che più hanno rubato in tutti questi anni, che spendono milioni di euro in spese di piacere, in totale spregio ai milioni di italiani che non arrivano a fine mese e senza alcuna prospettiva di futuro; quegli stessi personaggi che hanno ricevuto tangenti e che non si riducono lo stipendio alla Camera e al Senato. Il discorso non si restringe solo ai collusi, ma anche agli onesti, a quelli che non sono stati ancora “toccati” dalla mafia, siano essi della maggioranza che dell'opposizione. Perché non si ribellano? Perché non reagiscono di fronte allo scempio al quale stiamo assistendo? Di fronte a questi tagli le Camere si dovrebbero fermare in segno di protesta. L'appello è quindi rivolto a chi da tempo proclama la salvaguardia della democrazia nel nostro Paese mentre il Primo Ministro incita “a fare la rivoluzione” e “a fare fuori il palazzo di Giustizia di Milano” come dimostrano le ultime intercettazioni. Ebbene io mi aspetto che questi difensori della democrazia indicano una manifestazione contro questa  ingiustizia.
Ma se non la faranno, se anche questa volta calerà il silenzio, significa che anche i cosiddetti “onesti” fanno parte della “casta”, che anche loro sono omertosi e che anche loro sono mafiosi.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos