In bilico le prove chiave della presunta truffa all’Inps. La giudice congela tutto fino a febbraio
Il processo che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè per presunta truffa ai danni dell’Inps è entrato in una fase di stallo. L’udienza preliminare, in corso a Milano, è stata sospesa per almeno quattro mesi dalla giudice Tiziana Gueli, che ha deciso di “congelare” il procedimento fino al 20 febbraio prossimo.
Secondo la Procura, la ministra Santanchè avrebbe ottenuto indebitamente circa 130 mila euro di cassa integrazione Covid per tredici dipendenti delle società del gruppo Visibilia, nonostante questi lavorassero regolarmente durante il periodo di emergenza sanitaria. Ovviamente, si tratta di un’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato che, se confermata, potrebbe avere conseguenze politiche significative.
Tornando alla ragione dello stop voluto dalla giudice Gueli, le motivazioni vanno ricercate all’interno del conflitto di attribuzione sollevato dal Senato nei confronti della Procura di Milano. Si tratta di un vero e proprio nodo tecnico-giuridico che ora dovrà essere sciolto dalla Corte costituzionale. Infatti, fino a quando i giudici della Consulta non si pronunceranno, il processo resterà fermo, e potrebbero volerci da otto mesi a un anno.
In pratica, al centro della disputa vi è la questione dell’utilizzabilità di alcune prove. Come ha ricordato “Il Fatto Quotidiano”, diverse registrazioni di conversazioni private e di email, secondo la difesa, non avrebbero potuto essere acquisite senza una preventiva autorizzazione del Parlamento. Per questo motivo, i legali della ministra, Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, sostengono che la Procura abbia violato le garanzie previste per i membri del Parlamento.
Dall’altro lato, invece, i pubblici ministeri Marina Gravina e Luigi Luzi hanno respinto le accuse, precisando che in realtà non si tratta di intercettazioni ordinate dalla magistratura, ma di registrazioni effettuate da ex dipendenti e di messaggi di posta elettronica consegnati spontaneamente. In sostanza, i pm hanno chiarito che si tratta di documenti e, in quanto tali, possono essere utilizzati senza alcuna autorizzazione formale.
La Procura si è opposta anche alla sospensione del processo, ricordando che nei precedenti analoghi - come il caso della “trattativa Stato-mafia” - non si era mai arrivati a un blocco dei procedimenti. In quell’occasione, il conflitto di attribuzione non era stato sollevato dalla magistratura ma dal Parlamento, proprio come accaduto ora. Ad ogni modo, la sospensione decisa dalla giudice allontana ulteriormente il momento in cui Santanchè dovrà affrontare l’eventuale rinvio a giudizio. Una dilazione che, al di là degli aspetti giuridici, ha anche un effetto pratico, in quanto avvicina la data di prescrizione del reato, fissata per la metà del 2027. Tuttavia, con la sospensione dell’udienza, è stato congelato anche il decorso della prescrizione, impedendo che il tempo giochi del tutto a favore della ministra.
ARTICOLI CORRELATI
Santanchè, il Senato la ''scuda'' dopo la truffa all’Inps e tenta di fermare i giudici
I conti in ''Paradiso'' che non tornano: come la Wip Finance è finita nel caso Santanchè
Santanchè a processo a Milano per falso in bilancio sul caso Visibilia
