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L'Associazione internazionale dei magistrati (IAJ) prende posizione contro la riforma Nordio. E lo fa con un appello rivolto direttamente ai senatori, contenuto in una risoluzione approvata a Baku, in Azerbaigian, nel corso della propria assemblea annuale. "Un'analisi del quadro costituzionale e giuridico esistente - si legge nel documento - confrontato con le modifiche previste, mostra chiaramente che tali cambiamenti altererebbero negativamente l'equilibrio dei poteri tra lo Stato e la magistratura, indebolendo così la tutela del cittadino garantita da procedure e decisioni giudiziarie indipendenti e imparziali. Smantellare elementi fondamentali di un sistema che tutela lo Stato di diritto e il popolo italiano dall'abuso di potere rappresenta un passo indietro. È evidente che le riforme proposte mirano a indebolire la posizione della magistratura e ad aprire la porta a possibili influenze esterne". Il documento fa proprie le precedenti prese di posizione dell'EAJ (Associazione europea dei magistrati) contenute in due dichiarazioni ufficiali dell'aprile 2024 e maggio 2025 e condivide le preoccupazioni espresse in merito, attraverso un'analisi dei punti più critici: sdoppiamento del Csm, introduzione dell'Alta Corte disciplinare e sorteggio dei membri togati del Csm. Poi la conclusione. L'IAJ si rivolge "ai membri del Senato italiano cui spetta il voto finale in Parlamento prima che la legge sia sottoposta a referendum affinché respingano l'approvazione della riforma, che non migliorerà il sistema giudiziario italiano ma ostacolerà l'indipendenza della magistratura, altererà l'equilibrio dei poteri necessario in una democrazia fondata sul principio dello stato di diritto e danneggerà la reputazione internazionale che la magistratura italiana ha conquistato nel tempo". "L'IAJ e le sue associazioni membri in 92 Paesi nel mondo - conclude la risoluzione - sosterranno comunque i giudici e i pubblici ministeri italiani nelle loro azioni a difesa di una magistratura indipendente in Italia, cercando di convincere gli attori istituzionali, informando l'opinione pubblica e utilizzando le proprie relazioni con le Nazioni Unite e gli organismi regionali per i diritti umani per sensibilizzarli".  

Ddl in aula il 28 ottobre

Il ddl di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati arriverà in aula al Senato il 28 ottobre per l'ultimo passaggio parlamentare secondo quanto deciso dalla riunione dei capigruppo del Senato. 
"Purtroppo - ha detto il capogruppo Pd Francesco Boccia - loro vanno avanti e testa bassa su un disegno che porta i pieni poteri nelle mani dell'esecutivo e insistono con questa corsa contro il tempo per approvare la pessima riforma costituzionale sull'ordinamento giudiziario: quindi ci batteremo in aula il 28-29-30, faremo un duro ostruzionismo e poi quel confronto passerà nel Paese, dove abbiamo più volte detto che il tema non è il funzionamento della giustizia, alla quale non danno risorse e alla quale Nordio fa danni quotidiani. Il loro disegno è piegare l'autonomia del potere giudiziario e portare nelle mani dell'esecutivo il massimo dei poteri possibili". 

Foto © Imagoeconomica 

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