L’attivista della Comunità Palestinese: “Israele ‘rimuove’ i profili chiave del negoziato; il dialogo si svuota in partenza”
“Fuori le armi da Palermo”. È lo slogan che nei giorni scorsi ha attraversato il centro città, dove in molti hanno contestato gli stand dell’Esercito che - come documentano video e fotografie realizzati dai giornalisti - invitavano i bambini a “giocare con le armi”, le stesse armi che alimentano guerre e uccidono civili. Da quella stessa protesta è partita anche la discussione nello studio di Mattino SUD, che ha messo a confronto il deputato regionale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Bica, e Jamil El Sadi, attivista della Comunità Palestinese “Voci nel Silenzio” e redattore di ANTIMAFIADuemila.
Per Bica, l’idea di un mondo senza armi resta “una bellissima utopia”, ma incompatibile con lo scenario attuale. “Le armi, così come le utilizza l’Italia, servono anche e soprattutto per la difesa dei territori”, ha detto il deputato regionale, sostenendo che con “estremisti islamisti” non sia possibile il dialogo: “Quando dall’altra parte c’è un credo per cui abbattere l’infedele è un servizio a Dio, c’è poco da discutere. Come rappresentanti di governo abbiamo il dovere della difesa piena”.
Di segno opposto l’intervento di El Sadi, che ha spostato il baricentro del dibattito sulla legalità internazionale. “Quando il diritto internazionale vale solo per una fazione e non per tutti, salta il banco di qualsiasi dialogo, accordo e diplomazia”, ha affermato. “Deve valere per l’Ucraina e per la Russia, per la Palestina e per Hamas, ma anche per l’esercito israeliano, per il sionismo, per lo Stato di Israele”. E questo perché il rispetto delle convenzioni funge anche da “banco di prova delle democrazie” e, quando fallisce, “tocca a noi ristabilirlo”.
Sul quadro mediorientale, El Sadi ha voluto precisare anche che “le trattative le sta facendo Hamas con Israele, con la mediazione dei Paesi arabi e degli Stati Uniti”, ma che il tavolo diplomatico sarebbe “quasi impossibile da riaprire” perché “da parte di Hamas non ci sono più le persone in grado di partecipare: sono state tutte uccise da Israele”. E aggiunge: “Anche a bombardare il Qatar, Paese mediatore da due anni, è stato Israele e non Hamas”.
La miccia resta comunque l’iniziativa del Comune di Palermo che ha trasformato piazza Castelnuovo in una vetrina di mezzi e tecnologie militari. Per Jamil El Sadi, lo spirito dell’evento riflette la linea del governo di Giorgia Meloni ed è “fuori luogo”, a maggior ragione in questo momento. “Dopo l’invasione russa in Ucraina abbiamo sospeso spettacoli di intellettuali e direttori d’orchestra russi nel nostro Paese”, ha ricordato. “Se lo abbiamo fatto con loro, perché non sospendere anche uno stand dove le armi finiscono tra le mani dei bambini come fossero giocattoli?”. Ciò che è emerso è il fatto che non si è voluto “ascoltare un sentimento popolare diffuso che in quell’iniziativa non vede la promozione della cultura, bensì della morte”.
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